ANTIFASCISMO
A Cuveglio il presidio contro i Dodici Raggi
Partecipato l’appuntamento di fronte al palazzo municipale. Bandiere e gonfaloni tricolori e uno striscione dei bambini
A tre giorni di distanza sono i bambini a esporre uno striscione: “La storia va studiata. A Cuveglio la studiamo”. Questa la risposta nella serata di martedì 3 dicembre durante il presidio in piazza Marconi, di fronte al palazzo municipale, voluto dal sindaco Giorgio Piccolo per portare una testimonianza anche a nome di Anpi Varese con la presidente Ester Maria De Tomasi e della sezione Anpi Cuveglio col presidente Luca Zambonin. «Un presidio breve, ma significativo per fare sentire la nostra voce democratica e rappresentare il rifiuto della violenza, della falsità storica e per affermare il valore della libertà democratica» davanti all’«ennesimo, intollerabile atto che non può passare sotto silenzio».
LO STRISCIONE DAVANTI AL SACRARIO
Alla metà dello scorso decennio piantarono circa duecento rune di legno, nel 2019 srotolarono lo striscione “San Martino sangue d’Europa”, sabato 30 novembre hanno alzato il tiro con un inequivocabile “Sieg Heil” esposto (con svastica e fascio littorio) sempre davanti al Sacrario del San Martino. In Germania pronunciare questa frase di origine nazista che significa “Saluto alla Vittoria” può essere punito fino a tre anni di reclusione, ma siccome siamo in Italia i militanti dei Dodici Raggi possono agire quasi indisturbati dal momento che ogni anno ripetono le loro gesta rimanendo in sostanza impuniti. Solo un mese e mezzo fa il loro leader, Alessandro Limido, ha visto ridotta la pena per reati analoghi da 17 a 8 mesi di carcere che in teoria non sconterà dato che ha chiesto di essere ammesso alle pene alternative; ma cosa accadrà dovesse venire riconosciuto fra i responsabili di questa ennesima «manifestazione pacifica» (così l’avvocato difensore Luca Portincasa all’udienza davanti alla terza Corte d’Appello di Milano il 30 marzo 2023)? «È stato un atto ignobile e vigliacco che questi personaggi continuano a perpetrare seppure ben conosciuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura» afferma incredulo Giorgio Piccolo, sindaco del paese dominato dalla mole del San Martino, dove solo pochi giorni fa si è tenuto il ricordo della famosa battaglia del novembre ‘43.
LA REPLICA DI ALESSANDRO LIMIDO
Sul tema, il presidente della Comunità Militante dei Dodici Raggi, Alessandro Limido, è intervenuto con un lungo comunicato - inviato alla nostra redazione - di cui però riportiamo solo le prime righe perché il testo integrale ha contenuti da cui ci discostiamo. «Le reazioni al nostro striscione, del quale ovviamente e come sempre, mi assumo ogni responsabilità, non sono diverse dalle tante piovute su di noi in molti anni di Militanza. Ad ogni nostra iniziativa, la stampa e la politica locale danno eco alla nostra libertà di agire in modo non conforme su questo territorio provinciale».
IL COMUNICATO DEI GIOVANI DEMOCRATICI
«È inaccettabile che la formazione dei DORA non sia stata ancora sciolta, permettendo loro di continuare a profanare e insultare la memoria partigiana. Le montagne sopra Cuveglio sono state teatro di una lotta decisiva per conquistare il presente libero e democratico in cui viviamo oggi. Non arretriamo di un centimetro nel difendere questa memoria e i valori che essa rappresenta. Nessuno può arrogarsi il diritto di infangare con svastiche e fasci littori i luoghi dedicati al coraggio e al sacrificio di chi ha dato la vita per la libertà di tutti, compresa la loro». Così Riccardo Vincenzi, componente della segreteria provinciale e consigliere comunale di Cuveglio commenta l'accaduto. «Come organizzazione giovanile chiediamo con forza che l’organizzazione DORA venga sciolta al più presto, per garantire che simili provocazioni non si ripetano mai più. Auspichiamo una condanna chiara e unanime da parte di tutte le Istituzioni, accompagnata da una dichiarazione di antifascismo netta e inequivocabile, priva di dubbi o ambiguità. Come Giovani Democratici condanniamo fermamente ogni forma di revisionismo storico portata avanti da organizzazioni come i DORA. Non possiamo permettere che vengano distorti o sviliti i valori e i sacrifici della Resistenza, che ha posto le basi della nostra Repubblica libera e democratica. Difendere la memoria partigiana significa tutelare la verità storica e opporsi con forza a qualsiasi tentativo di riabilitare simboli e ideologie incompatibili con la Costituzione italiana. Rinnoviamo il nostro impegno per un antifascismo senza compromessi, che sia guida morale e politica per tutte le generazioni».
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