SALUTE
A invecchiare bene s’inizia a tavola
Da alcuni anni, parallelamente all’invecchiamento della popolazione, stiamo assistendo a un aumento esponenziale delle patologie cronico-degenerative associate all’età, l’Alzheimer, le malattie metaboliche e cardiovascolari, il cancro.
Per alcune di queste malattie non esistono ancora cure efficaci, ma sappiamo che una parte della battaglia può essere vinta con di strategie preventive. Tra le variabili più rilevanti nel condizionare la qualità della salute e ritardare l’invecchiamento vi è senz’altro l’alimentazione.
Dalle ricerche più recenti emerge l’importanza di un approccio positivo al cibo, che deve essere visto anche come fonte di sostanze benefiche per la salute, sempre nell’ambito di un’alimentazione varia ed equilibrata, associata a uno stile di vita attivo.
Oltre a fornire energia e materia, il cibo trasferisce al nostro organismo informazioni che condizionano in maniera rilevante la capacità di mantenere nel tempo un buon stato di salute. Studiare gli individui che hanno raggiunto un’età eccezionale in un buon stato di salute, come nel caso di alcuni centenari, rappresenta un approccio scientifico molto utile per comprendere gli elementi genetici e ambientali, in particolare quelli nutrizionali, collegabili all’ottenimento di un invecchiamento di successo.
Oggi impariamo a conoscere quali alimenti promuovono effetti positivi, ma domani dovremo ottenere prodotti in cui tali principi alimentari sono presenti in concentrazioni ottimali, preservandoli se la materia prima viene poi lavorata.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna porta avanti da qualche anno il progetto europeo Nu -Age per studiare gli effetti di un’alimentazione che assembla nella dieta giornaliera la presenza di sostanze in grado di prevenire il processo di invecchiamento fisico e mentale, senza l’aggiunta di integratori.
Giovanni Scapagnini, docente di biochimica clinica all’Università del Molise, collabora con il gruppo di ricerca che in Giappone segue i centenari di Okinawa per approfondire il concetto di «positive nutrition», lo studio di modelli positivi in grado di fornire informazioni utili per un invecchiamento di successo.
Obesità, diabete e malattie cardiovascolari sono le principali cause di invalidità e morte nella popolazione italiana. L’arma migliore per proteggerci da queste patologie è prevenirle e la prevenzione comincia a tavola. «La dieta mediterranea - ha detto Andrea Poli, direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy - è uno degli schemi nutrizionali migliori per ridurre il rischio. Ma per ottenere benefici sulla salute occorre che la qualità dei suoi ingredienti sia di continuo preservata e controllata».
A proposito di anziani e lunga vita in salute, è appena arrivato nelle librerie il nuovo atteso volume dello scienziato Valter Longo, «Alla tavola della longevità» (Vallardi). Il libro è un viaggio fra tradizione e scienza alla scoperta delle zone e dei piatti della longevità e contro le malattie dell’invecchiamento.
Nel nuovo libro (il precedente è «La dieta della longevità», 350mila copie vendute), Longo ha individuato oltre 10 aree in Italia con straordinarie caratteristiche di lunga vita e ne ha studiato i piatti tipici. Il libro aggiorna sui risultati delle sue ultime ricerche sulla Dieta Mima-Digiuno e propone oltre 200 ricette in linea con la tradizione italiana.
Tutti i proventi del libro verranno devoluti dall’autore alle Fondazioni non profit Valter Longo e Create Cures per promuovere la ricerca su terapie alternative e integrate a basso costo per malattie gravi, inclusi l’Alzheimer, le malattie cardiovascolari, il diabete, la sclerosi multipla, il morbo di Crohn. (g.c.s.)
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