L’INIZIATIVA
Autobus, più sicurezza a bordo e alle fermate
Attività congiunte tra forze dell’ordine e Autolinee varesine
Gli autobus non sono “terra di nessuno”, dove bande di ragazzini possono spadroneggiare e dove ci si può sentire in diritto di non pagare il biglietto o addirittura di aggredire il personale. È questo il messaggio che arriva al termine dell’incontro in Questura, in seguito al tavolo sulla sicurezza che si è tenuto in Prefettura a Varese un paio di settimane fa.
Facendo seguito a questo tavolo, su invito del prefetto Salvatore Pasquariello, si è tenuto oggi, giovedì 19 dicembre, in Questura a Varese «il primo di una serie di incontri tra Autolinee Varesine e il Capo di Gabinetto Francesco Pino - si legge in una nota di Autolinee varesine - al fine di programmare congiuntamente al personale di controlleria dell’azienda di trasporto, una serie di attività sul territorio della città di Varese e della provincia, con l’obiettivo di scoraggiare comportamenti pericolosi e illegali a bordo degli autobus e sulle fermate, oltre che rafforzare la percezione da parte del cittadino della figura del controllore, inquadrato come pubblico ufficiale ai sensi dell’articolo 357 del Codice penale».
«Durante queste attività congiunte - proseguono dall’azienda di trasporti - le forze dell’ordine interverranno unitamente al personale di verifica, procedendo per quanto riterranno necessario ai fini della pubblica sicurezza».
«Riteniamo che questo sia un importantissimo segnale da parte della Prefettura e delle forze dell’ordine” - commenta l’amministratore delegato di Autolinee varesine Fabrizio Laudi - che devo dire sono sempre pronte ad intervenire in ausilio del nostro personale quando richiesto. Purtroppo in passato sia gli autisti che i controllori sono stati vittime di episodi di violenza tanto a bordo degli autobus quanto a terra e siamo convinti che determinati comportamenti non debbano in nessun modo essere reiterati a danno di chi ogni giorno svolge il proprio lavoro per garantire al pubblico un diritto fondamentale come quello della mobilità».
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