A TAVOLA
Babbo Natale dice al Grinch: «Che mangiamo?»
Santa è un golosone che fa onore alla tavola del suo Paese. Il mostriciattolo verde ama cibi calorici, dolci, grassi e saporiti
Di fatto nessuno lo ha mai visto e si continua a dubitare sulla sua esistenza ma, per come è rappresentato nell’immaginario collettivo, dovrebbe essere proprio un buongustaio. Qualche chiletto in più, una pancia tonda sottolineata dalla cintura che impreziosisce la sua uniforme rossa, una bella faccia paffuta e rosa incorniciata dal cappello di lana e pelliccia bianca. A pensarlo così, Babbo Natale non può che essere un amante della buona cucina, un golosone che fa onore alla tavola natalizia del suo paese e che apprezza, nella lunga notte della Vigilia, anche i piatti che i bimbi di tutto il mondo gli fanno trovare fuori dalle loro abitazioni.
Alto, magro, braccia e gambe affusolate, un accenno di pancia e un colorito “biliare”. Al contrario di Babbo Natale, il Grinch, il mostriciattolo insofferente alle festività, non sembra godere di ottima salute. Lui che seduto su una poltrona continua a ripetere, in una scena del film, «Continuo a mangiare perché mi annoio», probabilmente soffre di fame emotiva. Predilige cibi calorici, molto dolci, grassi e saporiti che gli sono di conforto nei momenti di stress e difficoltà, come quello che sta per arrivare.
Se i due condividessero il pranzo di Natale, il risultato sarebbe una tavola imbandita di cibi sani e gustosi e junk food. Nella cultura gastronomica lappone, influenzata dalla tradizione slava, la carne è uno degli alimenti principale dell’alimentazione dei popoli del Nord Europa. Manzo e maiale ma soprattutto cacciagione, alce e renna (ma questo non diciamolo a Freccia, Lampo e Fulmine) sono consumati affumicati, stufati e al forno. Lo joulukinkku è un prosciutto cucinato a fuoco lento per dieci ore ricoperto da pane grattugiato, spezie e birra analcolica e servito con patate dolci e carote stufate o con insalate tiepide di barbabietola e insalata russa. Tra i pesci, salmone e aringhe del Baltico marinati nel gravlax (sale zucchero e aneto) sono delle vere e proprie prelibatezze. Il suovas è un carpaccio di renna affumicato direttamente sul fuoco servito con funghi e bacche e gáhkku, il pane dei Sami a base di farina, cortecce e radici, un alimento povero che anticamente era cotto ed essiccato affinché si conservasse a lungo. Molto energetico, il munajuusto è un formaggio all’uovo mentre il leipajuusto è un prodotto caseario a base di siero di latte che prevede una stagionatura di diversi anni. Il menù di Babbo Natale si conclude con la Julekake, il dolce natalizio di frutta secca e mandorle e, per digerire, un goccetto di lakkalikööri, un liquore preparato con il camemoro, una pianta perenne diffusa nel Nord Europa e nel Nord America.
Per il pranzo natalizio, il Grinch potrebbe fare un’eccezione e non nutrirsi di zuppa di cipolle e scarti di cibo contro il consumismo. In realtà, infondo anche lui non disdegna la buona cucina. Gli spaghetti al sugo con polpette di carne non piacevano infatti solo a Lilly e al Vagabondo. Pare che la pietanza sia tra e preferite del mostriciattolo verde. Il suo pranzo di Natale inizia proprio con gli spaghetti and meatballs della tradizione italo americana per proseguire con il Who Hash. Il personaggio creato dal Dr Seuss lo consuma in gran quantità, già pronto in scatola. Molto usato in Francia e in Gran Bretagna durante la Seconda guerra mondiale per via della difficoltà a reperire carne fresca, il Who Hash si può preparare anche a casa con semplici ingredienti facilmente reperibili. E come dessert, il classico omino di pan di zenzero, ricoperto di glassa di zucchero rigorosamente verde in perfetto Grinch style.
© Riproduzione Riservata