L’INCURIA
Sulla ciclabile come nella foresta
Erbacce e addirittura piante invadono la pista mettendo a rischio chi la percorre in bici o a piedi

Non è da tutti attraversare un tratto di foresta senza spostarsi dal Lago di Varese. Eppure è quanto capita in alcuni punti della pista ciclopedonale.
Uno su tutti: poche centinaia di metri a Biandronno, tracciato stretto stretto, quasi impossibile da attraversare a causa delle erbacce cresciute ai lati. Ridotta ulteriormente la striscia di asfalto, al punto che si deve fare lo slalom e il doppio senso di marcia in contemporanea per due bici è quasi impossibile.
Il traffico dovrebbe essere regolato per evitare incidenti, letteralmente, soprattutto in alcuni punti con curve cieche.
«Le erbacce hanno talmente invaso la pista da ostruirne il passaggio nelle vicinanze dell’ex hotel Continental, davvero una brutta situazione quella che affrontano le tante persone, sempre di più quelle che usufruiscono della pista, che rimane splendida», racconta Luca Vezzini, sportivo che va spesso a correre sull’anello immerso (fin troppo, ora) nella natura.
«È un vero peccato non fare anche minime manutenzioni, dovremmo essere la Land of turism e ci perdiamo in queste piccole cose».
In alcuni tratti, poi, vi sono staccionate rotte, paletti spezzati, panchine rovinate, segni molto spesso del passaggio di vandali o semplicemente di incuria a degrado, evidenziati dal trascorrere del tempo. Chi deve occuparsi della cura dell’anello per podisti e ciclisti attorno al lago?
«La Provincia, siamo noi», dice fugando incertezze e dubbi del passato, Marco Magrini, consigliere delegato alla Viabilità.
«Possiamo capire che vi siano tratti con vegetazione cresciuta un po’ troppo e che può sfuggire al controllo, in ogni caso stiamo provvedendo al rinnovo dell’appalto per la manutenzione».
La competenza della Provincia riguarda dall’asfalto, al verde, alle staccionate lungo tutto l’anello della pista tranne circa otto chilometri, quelli che riguardano il Comune di Varese, praticamente il tracciato compreso, più o meno, tra la rotonda del Tigros dopo Buguggiate fino a Groppello di Gavirate.
La competenza di quel tratto di strada, che per un lungo percorso costeggia la lacuale, «è stata infatti ceduta al Comune di Varese», sottolinea il consigliere provinciale Magrini.
L’immagine di poca cura e di sporcizia è data anche dal fatto che i cestini lungo la pista siano spesso stracolmi all’inverosimile e non solo nel fine settimana, quando il viavai di frequentatori è così sostenuto da fare pensare allo struscio nel centro di una città.
Dalla Provincia ricordano che «in teoria vi è un accordo con i vari Comuni», affinché si proceda a svuotarli. Che peccato.
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