IL RIONE TORMENTATO
Biumo, i politici: «Nessun allarme»
«Sicurezza? Basta applicare le nuove norme di polizia urbana»
C’è chi invita a guardare i dati, i numeri «veri» che smentiscono un’emergenza criminalità a Varese e nei suoi quartieri. Chi chiede l’applicazione alla lettera del nuovo Regolamento di polizia urbana da poco approvato, nella certezza che molti degli strumenti presenti lì dentro siano già sufficienti per ridurre il degrado. E chi propone di prendere Biumo Inferiore e di «rivoltarlo come un calzino», facendone un esempio di «riqualificazione totale», una sorta di «quartiere laboratorio».
Dopo l’ennesimo episodio di violenza al Parco Perelli - nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 agosto tre nordafricani hanno picchiato e rapinato un nigeriano colpendolo con una bottiglia rotta - gli abitanti di Biumo Inferiore chiedono per l’ennesima volta alle autorità più sicurezza e di non essere lasciati nel degrado. Spaccio, vandalismi e aggressioni sarebbero diventati ormai una costante intollerabile per chi vive nel quartiere.
Ed ecco che cosa rispondono all’appello alcuni consiglieri di Palazzo Estense, di maggioranza e opposizione.
«Quando si lanciano questi allarmi il rischio della strumentalizzazione c’è sempre, anche se non siamo in un periodo che precede un’elezione - dice Fabrizio Mirabelli, consigliere comunale di maggioranza del Partito democratico -. E allora guardiamo i dati sui fenomeni criminali forniti dalla Commissione provinciale per la sicurezza, ovvero da chi se ne intende davvero. Ebbene, questi dati ci dicono che Varese dal punto di vista della sicurezza non sta peggio di tutte le città delle stesse dimensioni della Lombardia e del Nord Italia, e anzi per certi versi è in una situazione migliore. C’è da lavorare nel contrasto ai furti, sulle auto e negli appartamenti, e alle truffe, ma non c’è alcuna emergenza. Usiamo il buon senso, invece di chiedere l’intervento dell’esercito, come avvenne quando era sindaco Fontana, e consideriamo i piccoli passi avanti che sono stati fatti, come l’apertura di un presidio di polizia ferroviaria. Naturalmente il disagio sociale c’è, perché anche in una città ricca come Varese la sofferenza economica esiste. Ma io sono in consiglio da un tempo sufficiente per poter dire che la “tendopoli” in stazione c’è sempre stata e non è una novità. La novità è che il sindaco Galimberti sta affrontando il problema e che anche grazie al “bando periferie” tutta la zona degli scali ferroviari a ridosso di Biumo Inferiore sarà riqualificata».
«Applicare alla lettera il Regolamento di polizia urbana appena approvato»: eccola, la soluzione di molti dei problemi denunciati da chi vive a Biumo Inferiore, secondo il consigliere di opposizione Simone Longhini (Forza Italia).
«Dal punto di vista mediatico c’è stata grande attenzione al divieto di fumo nei parchi, ma nel “caso Biumo” sarebbe davvero utile rendere effettivo il divieto di bivacco, il divieto di usare in modo scorretto le panchine, che non possono essere occupate per tutta la giornata, il divieto di usare le fontanelle come lavandini, il divieto di consumare bevande in bottiglie di vetro. Si può chiedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine, ma sono certe situazione di “disordine” ad essere prodromiche ai reati, e allora si può fare uno sforzo per eliminarle. Senza dimenticare la necessità della presenza di telecamere funzionanti e ben piazzate: utili sia per l’attività di prevenzione sia per la repressione di crimini piccoli e grandi».
Della necessità di una «riqualificazione totale» di Biumo Inferiore parla infine Mauro Gregori, consigliere comunale del Gruppo misto, esponente civico della maggioranza di centrosinistra.
«Si tratta - dice Gregori - di una cittadella nella città, che studio con attenzione da tempo: ristretta, con sue peculiarità e confini ben definiti. L’ideale per un esperimento di azione concentrica, al di là degli interventi spot. E con l’impegno di tutti, perché tutti hanno delle colpe se c’è una situazione di degrado: il Comune, i cittadini e anche la Chiesa. Troppo facile dare addosso solo agli stranieri. Penso quindi alla pulizia delle vie, con obbligo di spostamento delle auto, alla presenza constante e regolare del vigile di quartiere, alla sostituzione di panchine, giochi e luci nel Parco Perelli, all’installazione di telecamere e servizi igienici autopulenti, al controllo di vicinato e alla pedonalizzazione con eventi regolari. Si tratterebbe di prendere il quartiere e di rivoltarlo come un calzino, insomma, mettendo in conto, naturalmente, la rivolta delle altre zone di Varese...».
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