BRUXELLES
Bozza regolamento, un ordine di rimpatri Ue comune per i 27

(ANSA) - BRUXELLES, 10 MAR - Un "Ordine di rimpatri europeo"
che farà da terreno comune per le decisioni dei 27 Paesi membri,
fornendo "chiarezza" per l'intera Unione, è una delle maggiori
novità che, a quanto si legge nella bozza visionata dall'ANSA, è
contenuta nel nuovo regolamento sui rimpatri Ue, atteso per
domani. Il regolamento si compone di 52 articoli ed è
direttamente, e obbligatoriamente, applicabile dai singoli Stati
membri.
"L'attuale mosaico di 27 diversi sistemi nazionali di
rimpatrio, ciascuno con il proprio approccio e le proprie
procedure, compromette l'efficacia dei rimpatri a livello Ue",
si legge nell'introduzione del testo.
"L'istituzione di un sistema europeo efficace e comune per i
rimpatri è un pilastro centrale del Patto su migrazione e asilo.
Per funzionare, qualsiasi sistema di gestione della migrazione
deve avere una politica credibile ed efficace in materia di
rimpatrio. Quando persone che non hanno il diritto di rimanere
nell'Ue rimangono, l'intero sistema di migrazione e asilo viene
minato. È ingiusto nei confronti di coloro che hanno rispettato
le regole, compromette la capacità dell'Europa di attrarre e
trattenere i talenti e, in ultima analisi, erode il sostegno
dell'opinione pubblica a favore di società aperte e tolleranti.
Incentiva gli arrivi illegali ed espone i clandestini a
condizioni precarie e allo sfruttamento da parte delle reti
criminali", si legge nel testo, che ricorda come "attualmente,
solo il 20% circa dei cittadini di Paesi terzi a cui viene
ordinato di lasciare l'Unione lo fa effettivamente. Le persone a
cui viene intimato di lasciare l'Unione spesso sfuggono alle
autorità e si trasferiscono in altri Stati membri."
"L'attuale direttiva rimpatri lascia un ampio margine di
manovra alle legislazioni nazionali per l'attuazione delle norme
Ue e ai tribunali nazionali per la loro interpretazione. Gli
Stati membri segnalano problemi legati alla mancanza di
chiarezza delle norme e al protrarsi dei procedimenti
amministrativi, che compromettono il giusto processo. Ciò crea
ambiguità e incertezza per i cittadini di Paesi terzi
interessati e per le autorità che gestiscono i rimpatri", spiega
il Regolamento Ue, secondo il quale inoltre "la mancanza di
cooperazione dei cittadini di Paesi terzi, che possono opporre
resistenza, fuggire o vanificare in altro modo gli sforzi di
rimpatrio, rende difficile l'esecuzione delle decisioni di
rimpatrio. Gli Stati membri hanno difficoltà a tenere traccia
dei cittadini di Paesi terzi durante le diverse fasi delle
procedure di rimpatrio, il che rallenta o impedisce i
progressi".
"La presente proposta - si legge ancora - rispetta i diritti
fondamentali e osserva i principi riconosciuti, in particolare,
dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nonché
gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, in
particolare dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei
rifugiati, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dal Patto
internazionale per i diritti civili e politici, dalla
Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e dalla
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia".
(ANSA).
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