IL CASO
Busto Arsizio, braccialetto elettronico allo stalker della pallavolista
Il varesino è stato colpito da divieto di avvicinamento
Un mese trascorso a guardarsi le spalle, mai un passo da sola, mai una foto con le amiche, in incognito sempre. È stato un periodo difficile per la giocatrice di pallavolo della Uyba presa di mira da un tifoso ossessionato da lei. Ieri, mercoledì 10 gennaio, la venticinquenne ha ricominciato a respirare: i carabinieri hanno notificato al quarantunenne varesino il divieto di avvicinamento alla giocatrice, emesso dal gip Anna Giorgetti su richiesta del pubblico ministero Flavia Salvatore. All’uomo è stato applicato anche il braccialetto elettronico, quindi se oltrepasserà anche di un centimetro la soglia dei 500 metri di distanza dalla ragazza finirà come minimo agli arresti domiciliari. «Sono davvero pentito», ha scritto su Instagram l’indagato dopo aver ricevuto l’ordinanza. E poi, a dimostrazione della profonda resipiscenza, ha comunicato la svolta: «Ho cambiato squadra, forza Imoco Volley, basta Uyba Busto». Nei prossimi giorni l’uomo verrà interrogato dal giudice.
DALLE LODI ALLE MALEDIZIONI
Lo stalking era iniziato in sordina. Il varesino era partito con commenti innocui sulla pagina social della venticinquenne, pareva un supporter come tanti. Il tenore dei post nel corso di dicembre si è fatto via via più inquietante. Da «sei bravissima» a «sei bellissima» fino a «mi sono innamorato di te», «ti amo». La pallavolista non ha mai replicato ai suoi messaggi, men che meno a quelli che l’indagato le inviava privatamente. Un gentiluomo a quel punto dovrebbe desistere. In lui invece sono cresciute rabbia e frustrazione, manifestate a suon di moccoli e insulti. «Cosa ti costa rispondere, sei una merda, sei sempre con gli altri, te la farò pagare», e ancora «muori bastarda, se ti vedo ti volano gli schiaffi, ti sbatto contro al muro». Per non parlare del profluvio di mail, al ritmo di venti al giorno, in cui - quando non voleva andarci pesante - le augurava almeno un incidente mortale.
CONTROMISURE
La giocatrice a quel punto informò la società e, assistita dall’avvocato Simone Facchinetti, sporse denuncia ai carabinieri. Da quel momento la Uyba rafforzò il sistema di sicurezza, le compagne di squadra e lo staff fecero quadrato attorno alla venticinquenne e le pattuglie prestarono particolare attenzione ai movimenti sotto casa della ragazza. «Dobbiamo ringraziare l’Arma, la procura e l’ufficio gip per la tempestività con cui si sono mossi. La mia assistita ha vissuto un periodo di forte ansia ma la Uyba le è stata concretamente vicina», afferma l’avvocato Facchinetti che, in materia di codice rosso e di violenze di genere ha una solida esperienza (per citare un caso, fu parte civile nel processo ad Andrea Pizzocolo per l’omicidio al Moom).
«DENUNCIATE SUBITO»
La giocatrice preferisce restare nell’anonimato visto l’effetto che ha avuto la sua popolarità. Il suo nome sarà pure il segreto di Pulcinella, ma lo chiede confidando nella comprensione. Però lancia un messaggio: «Al primo campanello di allarme bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine, alla procura o all’avvocato. Questa esperienza mi lascerà sempre un segno e voglio che altre donne sappiano come affrontarla». Nel 2019 ci passò anche Alessia Orro, all’epoca giocatrice della Uyba e tutt’ora palleggiatrice azzurra. Il pm Flavia Salvatore si era occupata anche di quel caso, lo stalker in questione era fuori controllo e così l’allora gip Nicoletta Guerrero dispose il carcere.
© Riproduzione Riservata