COMMERCIO
Vetrine vuote e saracinesche giù: la crisi dei negozi di Busto
Centri commerciali, Amazon e Ztl incidono: «Ma noi resistiamo»

Sono tutt'altro che rassicuranti alcuni scorci del centro storico di Busto Arsizio, a cominciare da via Roma, via San Gregorio e via Cardinal Tosi: vetrine vuote e saracinesche abbassate. Un contagio silenzioso nel commercio del cuore pulsante della città? Varie le interpretazioni date dai commercianti locali, senza allarmismi inutili ma neanche miopi ottimismi: le loro voci aiutano a mettere a fuoco un fenomeno che, lungi dal caratterizzare solo la periferia cittadina, sembra mettere radici anche in una zona insospettabile, a pochi passi dall'arteria vitale di via Milano.
NODO VIABILITA’
«Il commercio del centro è tartassato da varie difficoltà» sostiene Anna Travaini, da quasi 60 anni titolare del negozio Plasticasa in via Tosi: «Io sono già avvantaggiata, perché sono il primo negozio che s'incontra su via Tosi, in una posizione non troppo addentrata nella zona a traffico limitato, ma in generale uno dei fastidi per i commercianti è la viabilità: qui non c'è possibilità di entrare con l'auto e non ci sono parcheggi».
GRANDE DISTRIBUZIONE E ONLINE
Agli occhi dei più la sofferenza del commercio in centro è causato in primo luogo dalla della grande distribuzione e del commercio online: «Siamo subissati dai supermercati e da Amazon» spiega ancora Travaini. Così come Paola Brivio – titolare del Kandinsky Kafe, da 28 anni in via San Gregorio – parla della concorrenza sempre più spietata dell'e-commerce. Brivio, tuttavia, non attribuisce il languire di molte attività del centro a difetti viabilistici esclusivi della sola Busto, ma lo riconduce alla crisi generalizzata che è seguita alla pandemia. Sulla lotta fra commercio di vicinato e “grandi colossi” (distribuzione via Internet e catene di supermercati) si era già soffermato il mese scorso l'assessore al Commercio Matteo Sabba, specificando in tal senso la linea d'intervento del Comune per soccorrere l'economia locale: «Organizzare iniziative che invitino le persone a vivere concretamente la città», attirare per strada i cittadini così che «mentre partecipano ad un evento, possano lasciarsi attrarre dalle vetrine dei negozi».
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