IL GUAIO
Caccia disperata a 3,5 milioni
Un anno di tempo ad Agesp e Comune per saldare il maxi-debito sulle depurazioni
Il nodo adesso è arrivato al pettine. E un’amministrazione pubblica che già non se la passa bene a livello economico, si trova ora con un maxi-debito da far saldare alla sua società partecipata Agesp Spa. Infatti c’è un anno di tempo per trovare i tre milioni e mezzo di euro che l’ex-municipalizzata riscosse sulle bollette dell’acqua dal 2006 in poi e non versò mai all’Ato (l’autorità territoriale che si occupa del settore idrico), senza peraltro neppure accantonare quelle somme.
In realtà la multiutility controllata per la quasi totalità da Palazzo Gilardoni sperava di poter dilazionare il versamento su più anni, confidando nei pagamenti della nuova società Alfa per la presa in carico delle stesse reti idriche; ma in realtà ancora non c’è un accordo sul valore di cessione degli impianti e - mentre si procede con un semplice contratto d’affitto - Ato e Provincia di Varese hanno fatto sapere che il debito va onorato alla svelta, per la precisione entro il 31 dicembre 2018, in modo da consentire di concretizzare tutti gli interventi utili alla depurazione delle acque.
Quindi aveva ragione Franco Brumana, portavoce degli Amici del fiume Olona, a ritenere che Busto Arsizio avesse sbagliato a spendere quelle somme che aveva riscosso ma che servivano alla tutela dell’ambiente. Fatto sta che adesso il sindaco Emanuele Antonelli e l’amministratore delegato della Spa, Silvia Gatti - peraltro entrati in carica quando ormai il debito aveva assunto proporzioni mostruose - stanno cercando di trovare il modo per riuscire a ottemperare all’obbligo. Non solo: già nell’ultimo anno, di fronte a un disavanzo proprio in questa voce che aveva avvicinato i 5 milioni di euro, era stato raggiunto un accordo con Alfa per ottenere un anticipo sulla cessione e riuscire a rientrare di almeno un milione e mezzo. Chissà che non possa ancora arrivare da qui una parte della soluzione nel futuro prossimo, anche perché non è affatto semplice per l’azienda partecipata bustocca trovare una cifra tanto enorme in soli dodici mesi.
Il caso dei cosiddetti debiti ex Cipe verso Ato sta facendo fibrillare il quadro politico in città. Per ora si è cercato di gestire la vicenda sottotraccia, di tenerla riservata a una stretta cerchia di persone, di capire anche se la questione possa avere altri risvolti per i consigli di amministrazione della Spa che non hanno accantonato le somme (nel periodo sono passati alla presidenza Franco Castiglioni, Claudio Tovaglieri e Giuseppina Basalari) e di capire insomma se davvero non ci siano alternative nel pagare alla svelta. Ma le ultime delibere dell’Ambito Territoriale Ottimale sono perentorie ed è probabile che la giunta sia costretta ad assumere l’impegno con un’apposita delibera nell’ultimo Consiglio comunale del 2017. Così oggi sul tema idrico Busto sembra davvero con l’acqua alla gola.
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