FRONTALIERI
Cala il franco svizzero
La moneta elvetica si sta indebolendo
Il franco si sta indebolendo sui mercati valutari nei confronti di euro e dollaro. Stando ai dati Swissquote rilasciati nei giorni scorsi il corso della moneta europea ha toccato 0,9820 franchi, vale a dire il livello più alto dal giugno 2023; il biglietto verde è invece salito sino a 0,9072 franchi, cioè il massimo da novembre scorso.
Il fattore scatenante dell’attuale debolezza del franco è il recente operato della Banca nazionale svizzera, che la scorsa settimana ha inaspettatamente abbassato il tasso guida di 0,25 punti percentuali, portandolo all’1,50%. Ciò ha provocato un deflusso di capitali dal franco verso altre valute con tassi d’interesse più elevati, poiché gli investimenti rendono meglio. Mentre l’economia nazionale svizzera trae vantaggio da questa decisione, dato che le molte aziende elvetiche orientate all’esportazione vedono diventare più competitivi i loro prodotti, per i frontalieri si abbassa leggermente lo stipendio.
Lo scarso vigore del franco è tuttavia limitato, secondo Thomas Flury, esperto di cambi presso UBS: a suo avviso infatti, il corso euro-franco potrebbe raggiungere la parità, ma al di sopra di questa soglia, l’aria si fa più rarefatta. Questo perché la zona euro è ancora gravata dalla guerra in Ucraina e da una crescita molto debole, spiega lo specialista. Come noto la fama di bene rifugio della valuta elvetica si è costruita nel tempo, parecchio dopo la sua nascita. Il franco svizzero ha infatti oltre 170 anni: è nato nel 1850 e allora era orientato al sistema francese. Non molto conosciuto è il fatto che le prime monete vennero coniate a Parigi: la Zecca federale di Berna entrò infatti in funzione solo nel 1853. E all’epoca probabilmente ben pochi sarebbero stati pronti a scommettere che quella valuta sarebbe un giorno diventata più preziosa di quelle delle grandi potenze mondiali.
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