BUG HOTEL
Cari insetti entrate pure, c’è una stanza tutta per voi
Si tratta di microhabitat costruiti dall’uomo come rifugi. Possono essere in legno, cartone e arredati con foglie, sassi e sabbia
Avere sei zampe, due antenne e almeno un paio di ali sono i requisiti principali per potere soggiornare, gratuitamente durante la stagione fredda, nei bug hotel, gli alberghi per insetti sparsi in ogni angolo del pianeta, in orti, giardini, parchi, sentieri di montagna, su balconi e terrazzi, in campagna come in città. Si stima che al mondo esistano circa novecentomila specie di insetti che, insieme alle piante, rappresentano gli organismi fondamentali su cui si basano gli ecosistemi terrestri. Alcuni di loro sono considerati “amici” dell’ambiente o per il loro ruolo di impollinatori o per la loro funzione di esseri antagonisti di altri loro simili che sono invece dannosi per la flora e le coltivazioni. Gli insetti sono però una categoria a rischio, uno degli anelli più soggetti alla pressione antropica, prime vittime a cadere sotto l’azione delle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e dell’inquinamento ambientale come dimostra il fenomeno della moria delle api o dalla scomparsa delle lucciole dai paesaggi di campagna e di collina.
Gli insetti possono trovare, in natura, riparo dalle basse temperature rifugiandosi sotto terra o nei tronchi degli alberi o in stipiti e anfratti di abitazioni ma possono anche non sopravvivere al rigore invernale. Per questo microcosmo, i bug hotel sono un microhabitat costruito dall’uomo, un rifugio in più per permettere la sopravvivenza di questi preziosi alleati dell’ambiente. Possono essere di diverse fogge e misure, in legno, cartone o altri materiali naturali o artificiali e arredati con foglie, sassi, sabbia e tutto quello che può essere confortevole per le minuscole creature. Possono essere creati riciclando oggetti comuni come scatole o bottiglie o fatti su misura, di piccole o grandi dimensioni, artigianali, artistici o di design. Qualunque siano le caratteristiche, il fine ultimo del progetto architettonico è mettere a disposizione non solo un rifugio per permetter agli insetti di superare il rigore invernale ma anche una piccola nursery per accogliere le nuove generazioni poiché un’altra loro funzione è offrire un posto riparato agli insetti per deporre le uova. Ogni albergo deve però tener conto della grandezza e delle esigenze della creatura che andrà ad ospitare. Tra gli impollinatori, frequentatori assidui dei bug hotel, ci sono imenotteri e lepidotteri come le api solitarie e le farfalle mentre i coleotteri sono ospiti solo occasionali perché in genere nidificano o svernano nel terreno. Tra i predatori o antagonisti, cioè quegli insetti che si nutrono di altri insetti parassiti delle piante (afidi, mosche bianche e cocciniglie), ci sono, per esempio, le coccinelle, simbolo non solo di buona fortuna ma anche della lotta biologica, le crisope, le forbicine e le vespe muratrici ma anche libellule, falene, ragni, cervi volanti e grilli. Insomma tutto quello che potrebbe scatenare il panico di un entomofobo è in realtà un prezioso alleato della biodiversità, il che potrebbe già essere un buon motivo per tentare di superare la fobia degli insetti. Nati in Inghilterra una quindicina di anni fa, i bug hotel sono oggi presenti in tutto il mondo e sono spesso realizzati nell’ambito di attività didattiche nelle scuole. In alcuni parchi pubblici di Londra è possibile osservare degli originalissimi alberghi per insetti realizzati da architetti che hanno progettato questi rifugi tenendo conto dell’ambiente in cui sarebbero stati collocati.
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