IL CASO
Troppe rapine dai valichi minori
Territori di confine colpiti, il sindaco di Clivio: «Più controlli e presenze fisse»

Dodici rapine in dieci anni.
È questa la contabilità allarmante di quanto è avvenuto nell’ultimo decennio fra San Pietro di Stabio e Ligornetto. Vale a dire le località della Svizzera al confine con Clivio, che detengono il poco invidiabile record di rapine in Canton Ticino dal 2010 a oggi.
Seguono Novazzano, Brusino Arsizio e Pedrinate con sei, per un totale di 47 assalti, che comprendono anche Balerna, Ponte Cremenaga, Gaggiolo, Vacallo e Caslano. Molti sono paesi conosciuti, poiché alla frontiera col Varesotto.
A spiccare è soprattutto Clivio dove, sommando gli episodi criminali avvenuti sui due valichi, si supera la media di una rapina all’anno. Tutte avvenute alle stazioni di servizio poste a ridosso del confine con l’Italia per sfruttare lo storico prezzo più favorevole del carburante.
Risultato: la vicinanza con l’Italia, la cospicua presenza di denaro in contante e la cancellazione dei presidi fissi delle forze dell’ordine nei valichi minori, hanno reso i benzinai di confine particolarmente allettanti anche per i criminali.
E la situazione, come dimostrano anche le ultime rapine, nonostante le operazioni di polizia che hanno portato all’arresto di diversi criminali, è ancora irrisolta.
Tanto che il sindaco di Clivio lancia un appello: «L’ideale - dice Giuseppe Galli - sarebbe tornare al presidio fisso dei valichi. Allo stesso tempo, tuttavia, capisco che ci siano problemi di personale e che, quindi, i controlli posti in essere oggi sono il massimo che ci si possa aspettare. Infatti il mio appello non si riferisce alle forze dell’ordine presenti sul territorio, che svolgono un lavoro egregio. Mi rivolgo alle istituzioni superiori e alla politica, che decidono dove investire e dove inviare nuovi uomini».
L’ultima rapina risale a mercoledì scorso. In quel caso un “rapinatore frontaliere” è entrato in azione alle 17, in via Cantinetta, a Ligornetto, nella stazione di servizio situata appena oltre il confine e ha minacciato la commessa, facendosi consegnare del denaro e dandosi quindi alla fuga a bordo di un veicolo in direzione della vicina Italia. La rapina, com’era prevedibile, ha riaperto il dibattito sulla sicurezza nei pressi dei valichi minori dove una frangia della politica svizzera ne chiede da anni la chiusura notturna.
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