PREMIO CHIARA
Con Manfredi ha vinto la Storia
Consegnato il riconoscimento alla carriera all’archeologo-scrittore che ancora si emoziona per Dante
A Luino ha trionfato la Storia. Quella con la maiuscola che appassiona, intriga, risveglia, meraviglia. E non stanca mai perché ricorda in forma semplice chi siamo. Quella, insomma, raccontata - meglio sarebbe dire narrata, nel senso più alto del termine - da Valerio Massimo Manfredi, cui l’Associazione Amici di Piero ha conferito il Premio Chiara alla Carriera per la sua capacità di «unire un incredibile talento narrativo ad una precisa rappresentazione storica», come recita la motivazione ufficiale letta dal presidente Romano Oldrini.
Il Teatro Sociale ha vissuto oltre un’ora di una lectio magistralis davvero coinvolgente, la bellezza di duemilacinquecento anni partendo dallo storico ateniese del quinto secolo avanti Cristo Tucidide fino ai giorni nostri, a conferma di come il riconoscimento sia ormai entrato di diritto nell’olimpo dei premi letterari italiani. Archeologo con specializzazione in topografia antica, autore di saggi ed articoli per riviste del settore, Manfredi è però più noto al largo pubblico per la capacità davvero rara di unire rigore scientifico, capacità divulgativa e passione per una materia spesso considerata difficile e lontana. A cominciare dalla scuola. «La mia passione per la storia è iniziata alle elementari, dalle letture della maestra, è proseguita alle medie e poi al liceo, dove mi è stata insegnata come materia viva piena di bellezza». Condizione molto lontana, verrebbe da dire, rispetto a tanta parte del mondo didattico di oggi. Ma questo è altro discorso.
«La letteratura può ricreare la vita, la storia no», ha sottolineato Manfredi, ma quando l’una e l’altra si incontrano ne possono nascere autentici capolavori. È il caso de “Lo scudo di Talos”, de “Le Paludi di Hesperia”, della trilogia “Alexandros” tradotta in trentanove Paesi, solo per citare alcuni suoi titoli. Ma anche di “Teotoburgo” e di “L’ultima legione”, libri in cui l’autore cita anche il lago Maggiore al tempo dei Romani, come ha ricordato il sindaco Andrea Pellicini consegnandogli un premio che possiamo ben dire essere tra i più azzeccati nella striscia quasi trentennale del Chiara alla Carriera. Merito di uno scrittore di storia che però non ha dimenticato il valore della poesia. «Senza Dante non saprei scrivere. Mi fa venire le lacrime agli occhi», ha ammesso sinceramente.
© Riproduzione Riservata