SALUTE
Pensione, un nuovo inizio

C’è chi non vede l’ora di andare in pensione e chi invece si preoccupa di un cambiamento così radicale del modo di vivere. Per molte persone il pensionamento rappresenta un riposo forzato, una caduta d'interessi e di stimoli. L'interruzione dell'attività lavorativa si identifica, non solo con la perdita delle responsabilità, ma anche con un calo degli introiti e un conseguente stato di frustrazione per non poter soddisfare, come prima, desideri e ambizioni.
«Affrontare con queste prospettive il pensionamento è sbagliato - avverte la psicologa Rossella Semplici - equivale a sentirsi vecchi prima del tempo, quando restano ancora parecchi anni da vivere, nel modo migliore».
Esistono dei consigli comportamentali da poter seguire per evitare di incappare in questo errore interpretativo che porta inevitabilmente alla frustrazione?
«Certamente - prosegue la dottoressa Semplici - per prima cosa, il giorno che si va in pensione non deve essere considerato come una scadenza di qualcosa che finisce, ma l'inizio di un nuovo ciclo di attività, indubbiamente diverso ma anche meno stressante di quello che si conclude».
Chi non ha problemi economici, disponendo di una buona pensione e qualche risparmio da parte, avrà finalmente la possibilità di soddisfare i propri hobby, di fare qualche viaggio, di prendersi del tempo per i propri interessi culturali e di dedicarsi ad attività sportive adatte all'età che prima non si era in grado di seguire per mancanza di tempo. È importante mantenere il cervello e i muscoli il più possibile in attività.
Un vantaggio viene offerto, per coloro che hanno dei nipoti, dalla gioia di trascorrere qualche ora della giornata in loro compagnia. E’ altrettanto importante riscoprire e rinsaldare gli affetti familiari.
Sono più fortunati coloro che godono di una certa manualità: chi possiede doti artistiche potrà dedicare una parte del tempo libero alla pittura o alla scultura, chi invece è amante della vita all'aperto potrà prendersi cura del giardino o dell'orto.
Di recente, in alcune città, è stato chiesto ai pensionati di collaborare con i vigili urbani all'uscita degli alunni dalle scuole elementari e medie per aiutarli ad attraversare la strada ma anche per tenere lontani eventuali spacciatori di droga.
Impegni come questo sono senz'altro gratificanti per gli anziani, poiché si recupera quel senso di responsabilità sociale che molti temono di aver perso.
Ma l'occupazione fisica non basta. Bisogna tenere impegnato anche il cervello. Infatti, in diversi centri urbani, funzionano corsi universitari per la terza età, frequentati con interesse e passione da molti ultrasettantenni.
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