IL TECNICO DI BUSTO
Crespi sulla panchina azzurra
Guiderà per due anni la Nazionale femminile: «Ho entusiasmo. Che gusto sarà allenare Zandalasini»
Marco Crespi torna in Nazionale. Ma non come assistant coach della maschile, come avrebbe potuto essere in caso di nomina di Sasha Djordjevic: il 55enne tecnico di Busto Arsizio che vinse l’oro agli Europei del 1999 come vice di Bogdan Tanjevic sarà il c.t. dell’Italbasket femminile. Per la prima volta in quasi 40 anni di carriera - iniziata a 16 anni nella sua città natale - si affaccia al “basket rosa”. Accordo biennale con opzione per le eventuali Olimpiadi di Tokyo per il tecnico ex Milano, Biella, Pesaro e Siena, che inizierà il suo cammino il 17 novembre nella prima gara delle qualificazioni per gli Europei 2019.
«Il presidente Gianni Petrucci -racconta - mi ha chiamato domenica scorsa: mi ha preso totalmente a sorpresa con questa proposta, che però mi ha incuriosito molto. Ho visto la Nazionale agli ultimi Europei e ho scoperto un gruppo che ha la capacità emotiva di giocare le partite importanti: sarà bello allenarlo e provare ad aiutarlo a fare un passettino avanti».
Cosa conosce del mondo del basket femminile?
«Nei miei anni di ritiro a Bormio con Milano ho visto diverse volte le azzurre al lavoro nelle epoche di Riccardo Sales e Gianni Lambruschi. E mi ha sempre colpito la qualità del lavoro e la capacità di allenarsi: il luogo comune è che le donne del basket siano “soldatini”, invece è qualcosa di più profondo, perché chi sa allenarsi bene sa prendersi in carico se stessa e questo è importante nella vita e non solo nel basket».
Sarà un problema guidare la Nazionale di un mondo del quale è neofita?
«La non conoscenza del settore non mi spaventa: sono una persona curiosa che sa ascoltare e raccogliere dati, mi avvicino col massimo entusiasmo e c’è tempo per prendere contatto con l’ambiente. Anzi ritengo che la mia freschezza possa essere un vantaggio. Chi fa il ct sa che non avrà a disposizione tanti giorni di allenamento; sarò io a cercare di essere itinerante per ottimizzare il tempo che passeremo insieme».
Quanto sarà stimolante poter lavorare con il talento emergente di Cecilia Zandalasini?
«Senza mancare di rispetto alle altre ragazze, poter lavorare con un talento come Cecilia darà veramente gusto a questa esperienza. Mi sembra una giocatrice dal potenziale davvero enorme, ma al di là del suo talento la qualità migliore è la serietà con cui tiene il campo».
Per quale motivo è dovuta arrivare l’Italbasket donne per far tornare in panchina Marco Crespi inattivo da oltre un anno?
«La condizione che ho posto è quella di poter restare opinionista a Sky: per me si tratta di un lavoro vero sul quale ho investito e non di un passatempo. La mia assenza dai campi non era legata a mancanza di proposte, ma al desiderio di ascoltare parole che mi facessero venire voglia di allenare. Petrucci le ha trovate e torno con entusiasmo in azzurro».
Come giudica dall’esterno lo stato del movimento italiano? E come valuta la nuova Varese?
«Vige la moda del lamento, denunciando una crisi legata al costante riferimento ad un passato che non c’è più: atteggiamento completamente sbagliato che frustra ogni occasione per portare avanti idee fresche. Varese ha operato in silenzio senza fare proclami, mi sembra che abbia costruito un organico adatto ad un tecnico come Caja, sarà importante partire bene».
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