PALERMO
Da invisibili ad attori, sul palco 14 senza fissa dimora

(ANSA) - PALERMO, 29 MAR - Ridere, emozionarsi e riflettere:
è stato questo il mix che ieri sera ha conquistato il pubblico
del CineTeatro Colosseum durante la rappresentazione di "Mai
capitato al mondo", performance teatrale nata dall'esperienza di
sette persone senza dimora, oggi attori e narratori della
propria vita.
L'evento, realizzato nell'ambito del progetto "Generazione
Z" (finanziato dall'assessorato regionale della Famiglia e
promosso dalla Fondazione Don Calabria per il sociale), ha
portato in scena storie personali, ironia e un messaggio potente
contro l'esclusione sociale.
Il titolo dello spettacolo, scelto dagli stessi
protagonisti (Hamza Bhihi, Alessandro Raso, Giusy Milazzo,
Nicola Oliveri, Liboria Nicoletti, Daniela Samperi e Nevena
Simonsson) racchiude il senso di un percorso personale e di
gruppo: un viaggio iniziato a ottobre 2024 con incontri
settimanali, esercizi di mimica, prossemica e condivisione,
guidati dal regista Orazio Bottiglieri. Quattordici persone
hanno partecipato al progetto, con la libertà di salire sul
palco, collaborare dietro le quinte o semplicemente osservare.
"Da invisibili ad attori - spiega Marco Guttilla,
responsabile del progetto - le loro competenze e qualità
dimostrano che, anche in una condizione difficile, si può
ricostruire una vita attraverso relazioni, desideri e
creatività. Questo percorso è parte di una ri-costruzione più
ampia: quella dell'autonomia e di una vita indipendente,
centrata sulle relazioni umane".
"Dopo sei mesi di lavoro, andiamo in scena con uno
spettacolo che a Palermo non si era mai visto: persone che
dormivano per strada regalano al pubblico una storia
emozionante, divertente e che fa riflettere - racconta Orazio
Bottiglieri, regista dello spettacolo - Il teatro ha dato loro
una possibilità per ricominciare. L'obiettivo era proprio
questo: offrire una chance, dimenticare gli errori del passato e
ricordarci che cose banali, come un comodino su cui poggiare le
proprie cose, per chi è senza diventano simboli di speranza.
Questo ci insegna a dare valore a ciò che abbiamo". (ANSA).
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