IL CASO
De Troia gela il sindaco
Il sostituto di Gregori: «Espulsione di Iannini eccessiva»
«Un atto di forza eccessivo, sproporzionato...».
L’espulsione di Gaetano Iannini dalla lista civica di Davide Galimberti non convince Agostino De Troia, che a settembre occuperà la poltrona di consigliere comunale liberata dalle dimissioni di Mauro Gregori, altro ex del gruppo che si era stretto attorno al sindaco nella campagna elettorale dello scorso anno.
De Troia, primo dei non eletti, non ha ancora fatto sapere se a Palazzo Estense si arruolerà nel plotoncino dei fedelissimi del primo cittadino accanto a Tommaso Piatti, a Maria Paola Cocchiere e all’assessore Francesca Strazzi o se, al contrario, opterà per una collocazione “a lato” della maggioranza di centrosinistra.
«Chiederò un incontro con il sindaco e con il capogruppo, poi deciderò» si limita a dire passeggiando sulla riva del mare di Manfredonia.
«Sono in vacanza, ma ovviamente l’eco di ciò che accade a Varese arriva fino a qui. E non porta buone notizie».
Due sere fa, una lunga telefonata con Iannini. Con Galimberti, invece, i rapporti si sarebbero allentati dopo il verdetto elettorale.
«Non mi capita spesso di sentirlo - ammette De Troia -. Anzi, negli ultimi mesi non ho più frequentato le riunioni della lista civica, anche se ho continuato a seguire l’attività dell’Amministrazione comunale. La politica è una passione di cui non ci si libera facilmente».
Alle spalle una lunga militanza nel Partito socialista e una parentesi centrista con il gruppo dirigente varesino dell’Udc. Nel curriculum una sequenza di incarichi di sottogoverno in aziende private e pubbliche: presidente e commissario prefettizio all’Avt e poi numero due dell’Aler fino alla riforma che ha spostato a Como la gestione delle “case popolari” dell’area varesina.
«Però non sono mai stato consigliere comunale. C’è sempre una prima volta» sorride.
A chi gli fa notare che a Palazzo Estense dovrà calarsi in un clima arroventato dalle polemiche risponde allargando le braccia: «Io sono un uomo di mediazione. In politica, alle critiche, anche alle più aspre, è bene rispondere con l’ascolto, il dialogo, il confronto. Non con le rappresaglie».
Il riferimento al caso Iannini e all’allontanamento dalla lista civica del consigliere che aveva mosso accuse al sindaco («ci ha usato solo per i voti» e al capogruppo («gestione disastrosa») è voluto.
«Non si può centro pensare di amministrare una città problematica come Varese continuando a infilarsi le dita negli occhi a a contare i nemici. Davide Galimberti farebbe bene impegnarsi per cercare di capire le ragioni di una insoddisfazione che rischia di frenare l’azione della maggioranza e dell’intera Amministrazione. Ma ciò che penso lo dirò direttamente a lui».
Quanto alla lista civica «è stata creata per eleggere Galimberti sindaco e sostenere il suo programma. Il primo obiettivo è stato centrato, perseguire il secondo si è rivelato meno semplice del previsto.
In ogni caso, la Lista Galimberti non è stata, non è e non potrà essere una costola del Partito democratico. Perché Varese non è una città che vota a sinistra e questo, Galimberti, lo sa bene. Il Pd, da solo, non vince. Dimenticarlo oggi sarebbe un errore».
Al di là delle geometrie d’aula, Agostino De Troia si dice determinato a «svolgere con entusiasmo e competenza il ruolo di consigliere comunale, perché è questo che i varesini vogliono da noi. Ho idee e progetti sulla gestione del patrimonio immobiliare del Comune, 220 appartamenti che sono uno strumento preziosissimo per le politiche sociali ma che versano in uno stato di preoccupante degrado. E poi un piano complessivo per la valorizzazione del trasporto pubblico in alternativa alle auto private. Sono solo due esempi, dettati dalla mia storia e dalle competenze che ho acquisito sul campo».
Servizi sulla Prealpina di venerdì 18 agosto.
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