L’ANALISI
Evaso il killer di Varese, «sconfitta per la giustizia»
Parlano gli avvocati di Roverto Cobertera, condannato per l'omicidio di via Ravasi
La vicenda che ruota attorno a Roverto Cobertera rappresenta «un’inammissibile sconfitta della giustizia». A dirlo sono gli avvocati Livia Zanetti e Selene Marsiglia, che difendono il cinquantasettenne con doppia cittadinanza dominicana e statunitense condannato all’ergastolo per l’omicidio di via Ravasi del 2008 ed evaso all’inizio dello scorso mese di marzo dal carcere di Massa Carrara approfittando di un permesso premio di tre giorni. Nessuna giustificazione dell’evasione, naturalmente, ma l’invito a comprendere le ragioni che possono aver spinto Cobertera a fuggire dalla sua cella, considerato che godeva di permessi premio da un anno e che ogni giorno usciva dal carcere per lavorare in un ristorante. Ovvero il venir meno dell’ultimo «seme di speranza» legato a un procedimento penale che in linea teorica potrebbe portare a una seconda revisione del processo per l’omicidio (la prima ha avuto esito negativo) e quindi a un altrettanto teorico riconoscimento dell’estraneità dell’uomo al delitto (Cobertera lo sostiene da sedici anni). Con una definitiva perdita di fiducia nella giustizia italiana come conseguenza.
Per capire il caso Cobertera, dal punto di vista di chi ha assunto la sua difesa, bisogna ricordare che Daniel Calcano, l’altro dominicano condannato a 30 anni per l’uccisione dello spacciatore marocchino Tarik Saadeddine, colpito con tre coltellate, nel corso del tempo ha fatto dichiarazioni diverse sulla responsabilità di Roverto. Dicendo di volta in volta che avrebbe sferrato di persona qualche coltellata, che avrebbe dato ordine di farlo e infine che non avrebbe avuto alcun ruolo e appunto responsabilità nell’omicidio. Da qui una denuncia per calunnia o in alternativa per false dichiarazioni al pm a carico di Calcano (che per una questione di pura logica uno dei due reati dovrebbe averlo commesso), per la quale la Procura di Varese ha chiesto però l’archiviazione. E da qui l’opposizione dell’avvocato Zanetti arrivata in aula davanti al gup di Varese lo scorso settembre. Data importante perché da allora non succede più nulla: il gup non dà ragione alla Procura e non dà nemmeno ragione ai difensori, con il risultato che questa “sospensione del giudizio” potrebbe avere indotto l’ergastolano a evadere, ipotizzano i suoi avvocati.
Ma perché una decisione su Calcano è così importante? Perché se Calcano fosse condannato per calunnia, e cioè per aver dichiarato il falso accusando Cobertera ben sapendolo innocente, i difensori potrebbero procedere a una nuova richiesta di revisione del processo che avrebbe maggiori possibilità di successo rispetto alla prima, che fu respinta anche in Cassazione.
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