LA DECISIONE
Frontalieri, salvi i ristorni
Il Consiglio di Stato ticinese snobba il parere della Lega e garantisce l'assegno ai Comuni di confine italiani
Stavolta è andata liscia. Ma c'è mancato veramente poco che la sessantina di milioni di ristorni fiscali dei frontalieri che il Cantone deve versare entro il 30 giugno fossero bloccati alla dogana di Gaggiolo. Già perché mai come in questi ultimi mesi i rapporti fra Canton Ticino e Italia sono precipitati tanto da sfiorare la crisi internazionale. Stavolta però il Consiglio di Stato ticinese (il governo cantonale), ha deciso di non dar seguito alla proposta della Lega dei Ticinesi di bloccare i ristorni dei frontalieri. E così l’assegno destinato ai Comuni di frontiera che lo utilizzano soprattutto per le opere pubbliche, verrà regolarmente versato, anche per la gioia delle imprese di confine che con i cantieri aperti grazie ai soldi degli stipendi dei frontalieri stornati all’Italia, ci campano.
Di certo la decisione non è stata presa alla leggera, come rende noto il governo cantonale in una nota: «Nonostante le premesse oggettivamente difficili nei rapporti con la vicina Italia e disaccordi sulla gestione di taluni dossier di primaria importanza per il Cantone da parte della Confederazione, il Consiglio di Stato ha dato prova di ragionevolezza e pragmatismo. In una lettera al Consiglio federale, il Governo cantonale formula l’auspicio che questa decisione possa facilitare l’adozione di precisi provvedimenti a favore del Cantone, che tengano conto della particolare situazione a Sud delle Alpi.
«Il Governo ticinese reputa inoltre che questa decisione non può essere vista e letta come fine a se stessa. Ha pertanto scritto di comune accordo al Consiglio federale, evidenziando diverse criticità nei rapporti con la vicina Italia, segnatamente in ambito del traffico transfrontaliero», su tutti i problemi relativi alla Arcisate-Stabio.
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