PREVENIRE
Fuoco di sant’Antonio, c’è il vaccino
Un dolore intenso e forti bruciori in diverse parti del corpo, gli analgesici che non risolvono il problema, la malattia può durare anche mesi e incide profondamente sulla qualità di vita, è come entrare in un tunnel di cui non si vede la fine.
Sono alcune considerazioni emerse da un’indagine realizzata da DoxaPharma per Msd Italia, coinvolgendo oltre 200 pazienti (tra i 60 e i 70 anni) colpiti da nevralgia post-erpetica, una complicanza molto frequente dell’infezione da Herpes Zoster o Fuoco di sant’Antonio, protettore a cui ci si rivolge nei casi disperati. A soffrirne in Italia sono più di 30mila persone.
Da qualche anno questa patologia si previene con una sola dose di vaccino, ma il 74% dei soggetti a rischio non ne è a conoscenza, anche se il Piano nazionale di prevenzione vaccinale ne prevede la somministrazione in forma gratuita a tutti coloro che hanno compiuto i 65 anni e ne fanno richiesta.
«Il contributo dei medici di famiglia per far conoscere la possibilità di vaccinarsi contro l’Herpes Zoster è fondamentale - fa presente Tommasa Maio, responsabile dell’area vaccini della Federazione italiana medici di medicina generale - dal momento che soltanto loro sono in grado di individuare per tempo i soggetti a rischio».
Si ammalano più facilmente di Herpes Zoster gli anziani quando diminuiscono le difese immunitarie e gli adulti che in età pediatrica hanno avuto la varicella in forma molto virulenta.
«Va tutelato per tutti il diritto a non soffrire inutilmente - dichiara Sabrina Nardi del Coordinamento Associazioni malati cronici - anche se da noi esiste ancora, nonostante i passi in avanti a livello normativo, una sorta di retaggio culturale nei confronti del dolore, considerato parte ineludibile di molte malattie, quindi da sopportare». (g.c.s.)
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