VIOLENZE E UMILIAZIONI
Torturato e filmato: due gallaratesi indagati
Picchiato, spogliato e filmato, il giovane morì soffocato dal cibo il mese dopo
Morì a diciannove anni soffocato dal cibo che, a causa dell’abuso di metadone e clonazepan, gli ostruì le alte vie aree. Lo trovarono in una casa disabitata e occupata abusivamente. Tra il 20 agosto del 2022. Non era nemmeno passato un mese da quando si era rivolto ai carabinieri per denunciare due coetanei che lo avevano sottoposto a violenze e umiliazioni durate ore, videoriprese e mostrate a conoscenti comuni nei giorni successivi.
SEVIZIATO E FILMATO
Il pubblico ministero Martina Melita nelle scorse settimane ha chiuso le indagini a carico dei due gallaratesi assistiti dall’avvocato Lara Paladino: sono accusati di sequestro di persona e tortura. Non c’è correlazione tra l’aggressione del 19 luglio e lo stato di degenerazione psicologica e fisica che lo portò a un decesso che per quanto evochi quello di immortali rock star è specchio di disperazione. Ma agli atti c’è anche l’autopsia disposta dopo il rinvenimento del cadavere, la procura non ha infatti voluto tralasciare nessun aspetto della vicenda. Che nacque da una questione di onore o di malsana gelosia: uno dei ragazzi si era convinto che il diciannovenne avesse messo gli occhi sulla sua fidanzata. Vero o falso che fosse, decise con l’amico di dargli una lezione: quella sera gli indagati aspettarono il giovane sotto casa della sua compagna ufficiale, lo presero di peso e lo chiusero nel bagagliaio di una monovolume, raggiunsero un’area campestre al confine con Casorate e lì iniziarono a picchiarlo e a incidergli gli arti inferiori con un coltello. Lo marchiarono con le iniziali del loro nome e nel frattempo filmavano la scena con il cellulare obbligandolo a dire «sono un coglione».
IMPLORAZIONE DELLA VITTIMA
Qualche avvisaglia della loro brutalità il diciannovenne l’aveva avuta in aprile dello stesso anno. Insieme a due amici - uno dei quali sarebbe Douglas Carolo, attualmente accusato di concorso nell’omicidio di Andrea Bossi - ciondolava al terzo piano del Seprio Park, area frequentata da senzatetto e deturpata da vandali e teppisti. Ai tre si aggiunsero la fidanzata di uno degli indagati con una sua conoscente. Pochi minuti dopo arrivò il sospettoso coetaneo che senza troppi preamboli lo prese a pugni. Possibile che il movente di tanta rabbia fosse davvero passionale? O c’erano questioni di droga sullo sfondo? In uno dei video sequestrati dai carabinieri si sente distintamente l’implorazione della vittima di risparmiarlo e di punire un altro soggetto, «è arrivato lui non io».
SPOGLIATO IN STRADA
Sta di fatto che la notte tra il 19 e il 20 luglio, dopo le sevizie nella boscaglia, i due portarono il diciannovenne a Gallarate in via Galilei, sul ponticello dell’Arnetta gli strapparono la maglietta e lo costrinsero a togliersi tutti gli indumenti, poi gettati oltre il parapetto. Rimasto nudo, con le sole scarpe, il giovane venne ripreso ancora una volta e anche questo video è agli atti: si sentono le frasi denigratorie, «togli le mutande pistolino» e lui che chiede «c’è bisogno di filmare?». Certo, sennò cosa avrebbero potuto mostrare al bar vantandosi delle loro gesta? Il diciannovenne venne soccorso da una coppia: l’uomo gli regalò la felpa, la donna un asciugamano da spiaggia che avevano in macchina e poi lo lasciarono al Pronto soccorso. L’indomani gli inquirenti si misero al lavoro.
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