IL CASO
Gallarate, ospedale: la mozione che “spacca”
Non passa il documento della consigliera Simeoni che crea fibrillazioni sia nella maggioranza che all’interno della stessa Forza Italia. Dura replica di Cassani
Si discute la mozione presentata da Forza Italia sull’ospedale e gli animi si accendono. Anche ieri sera, mercoledì 13 novembre, in Consiglio comunale dopo la presentazione del documento da parte di Belinda Simeoni (FI) i toni (e non solo in termini di volume) si sono alzati mettendo in risalto spaccature (alla discussione non ha preso parte il capogruppo degli azzurri Calogero Ceraldi), visioni opposte (maggioranza e minoranza non trovano un punto di incontro anche se entrambe vogliono «il bene della città») e (forse) un nuovo “caso Forza Italia”.
Il risultato? Nulla di fatto, la mozione (solo in 10 votano a favore e 12 contrari). Se nella sostanza non cambia niente, la discussione ha lasciato degli strascichi interni alla maggioranza ma anche tra chi siede ai due lati opposti della sala consiliare.
ATTO DI DENUNCIA POLITICA
Il testo presentato da Simeoni chiede «chiarezza» dopo che alcuni impegni sono stati disattesi ed alcune rassicurazioni non mantenute. Tanto che l’azzurra lo definisce come «un atto di denuncia politica» che sarà accompagnata da una «altrettanta serrata battaglia affinché nessuno possa sottrarre a questo territorio quanto fatto in questi anni di lavoro e di impegno amministrativo dalla attuale maggioranza, per insipienza o scarsa capacità».
La forzista ha ricordato come il suo gruppo ha sempre partecipato «in modo propositivo» ai lavori in maggioranza sul tema dell’ospedale ma oggi questo percorso sembra «poco chiaro, accidentato e sotto parecchi aspetti privo di logica». E nemmeno le dichiarazioni a mezzo stampa del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana sono servite e anzi hanno provocato un «sussulto di onesta preoccupazione» negli azzurri. Una presa di posizione forte che però non è condivisa né da tutto il gruppo di Forza Italia (Simeoni è rimasta da sola in aula senza il suo capogruppo) né dalle altre forze di maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia e lista Civica) che difendono l’operato dell’amministrazione e votano compatte contro la mozione.
«Le parole di Simeoni sono purtroppo la verità» sostiene Giovanni Pignataro (Pd) «contano gli atti formali o comunicati stampa citati al sindaco Andrea Cassani come fonte di verità? Credere alle promesse corrisponde a credere ad una favola già sentita e smentita nei fatti».
LE MINACCE NON PIACCIONO
Come prevedibile non si sono fatte attendere le risposte (molto) piccate dai compagni di coalizione della forzista. «Questa mozione è un atto politico» interviene Stefano Deligios (Lega) che in un’ottica di “operazione verità” - aggiunge - «usare le minacce in politica non mi piace e serve a poco». Se a questo si aggiunge anche il sostegno incassato dal Pd, per l’esponente leghista è «impossibile» votare la mozione. Più diretto il sindaco Andrea Cassani. «Questo documento è un atto politico di chi le ha scritto l’intervento, è desueto e si poteva risparmiare ma qualcuno ha preferito protocollarlo per creare una frattura o della polemica nonostante le rassicurazioni avute dal presidente Attilio Fontana - afferma il primo cittadino -. Noi non tratteniamo nessuno, libera di restare in maggioranza o di andare in opposizione, vada serena, legga i documenti che le scrivono e faccia quello che ritiene più opportuno per il suo proseguo politico». Un atteggiamento non condiviso (ovviamente) dal primo cittadino che era già indispettito (per usare un eufemismo) con il commissario cittadino di FI, Nicola Mucci per la mancata presenza all’incontro con Fontana (disdetta arrivata a nella giornata di domenica 10 novembre), per la decisione di presentare la mozione (avvenuta nella mattina di martedì 12 novembre) e per essersi intestato il merito delle rassicurazioni arrivate (nel pomeriggio di martedì) dal governatore nel corso dell’assemblea pubblica organizzata dalle opposizioni la sera del 12 novembre («si vede che fare il poliziotto cattivo serve»). Una fuga in avanti (l’ennesima) che anche a microfoni spenti non è stata definita una mossa intelligente da parte di Mucci. C’è chi la vede come un modo per smarcarsi dall’operato della maggioranza del sindaco Cassani in previsione delle prossime elezioni comunali. Troppo presto? Sarà il tempo a dirlo. Di certo c’è che in più di una persona ha chiesto ai referenti provinciali di Forza Italia di fare chiarezza.
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