A PIEDI
Griante, l’orizzonte che apre il cuore
Un itinerario ad anello per raggiungere la chiesa di San Martino. La statua della Madonna fu trovata nel Seicento in una grotta
Incuneata tra il... mare d’acqua del lago, una parete rocciosa e, sullo sfondo, la maestosità del Monte Legnone, sembra talmente piccola, quasi indifesa, da temere che possa svanire da un momento all’altro, inghiottita dalla natura. Ma è così grande l’emozione di arrivarci, sedersi un attimo e riflettere su quanta bellezza esista. Sono le emozioni che si possono provare raggiungendo la chiesa di San Martino di Griante, un edificio religioso situato a picco sul Lago di Como e facilmente raggiungibile a piedi in circa un’ora, essendo soltanto 250 i metri di dislivello da affrontare, partendo dal lago.
Qui, però, si propone un itinerario ad anello più lungo e con qualche difficoltà maggiore, che si può ampiamente accorciare semplicemente salendo da Griante, raggiungendo la chiesetta e tornare indietro dalla stessa strada. Per arrivarci si parte da via San Martino, oppure dall’imbarcadero dei traghetti di Cadenabbia, di fronte alla Chiesa anglicana, visitando così anche la parrocchiale dei Santi Nabore e Felice edificata nella prima metà del Settecento, la casa in cui soggiornò per molti anni durante le sue vacanze Achille Ratti, pontefice e noto alpinista. In questo modo si potrà visitare anche il nucleo storico del paese, dove si consiglia di vagare per i vicoli per ammirare i palazzi sei-settecenteschi che appartenevano ai ricchi commercianti, che fecero fortuna con il commercio, soprattutto in Olanda e Germania. Alla fine del borgo di Griante sorge l’oratorio di San Rocco e, in fondo a via San Martino si trova l’inizio della passeggiata per il santuario. Lungo il sentiero acciottolato che conduce alla chiesa si susseguono diverse cappelle con decorazioni a mosaico, raffiguranti episodi della vita di Cristo. Mentre a metà strada si incontra la Cappella degli Alpini, dedicata a San Carlo, dove inizia ad aprirsi lo splendido panorama su questo angolo di Lago di Como. A questo punto manca poco per giungere alla chiesa di San Martino, costruita nel XVI secolo, che divenne un venerato santuario mariano in seguito al ritrovamento di una quattrocentesca statua lignea della Madonna con il Bambino. La leggenda narra che nel Seicento la statua fu trovata da una fanciulla del paese in una grotta della montagna, dove era stata messa in salvo cento anni prima da un abitante di Menaggio, quando il paese venne devastato dai Grigionesi. Portata la notizia in paese, i fedeli accorsero e trasportarono il simulacro nella parrocchiale di Santi Nabore e Felice, ma da qui miracolosamente esso sparì e venne ritrovato ancora sul Sasso di San Martino. Ciò fu interpretato come desiderio di Maria di essere venerata sul posto, per cui venne prima costruita una nicchia e poi l’attuale oratorio. Ci si trova a picco su Griante, mentre in mezzo al Lario, come una nave pronta a salpare, si incunea la penisola di Bellagio e si vedono nitidamente i due rami del lago, sovrastati dai monti San Primo, Legnone e dalle Grigne.
L’escursione prosegue nella parte un po’ più tecnica verso la Bocchetta di Nava. Il sentiero, a questo punto si stringe e sale prima lievemente in costa e poi a tornanti, in maniera più decisa, ma si resta sempre su un tracciato semplice e ben tenuto. All’altezza di alcune case si può salire, prendendo a destra, per arrivare, in 15 minuti anche al Sasso di San Martino, oppure proseguire a sinistra. Qui partono 20 minuti di sentiero abbastanza esposto e stretto, sconsigliato assolutamente con neve e ghiaccio e per chi soffre di vertigini o non ha esperienza di montagna. Niente di clamorosamente pericoloso, sia chiaro, ma sui bricchi è sempre meglio evitare guai. Passato questo tratto, il resto della strada diventa facile. Si può salire, per esempio al Dossone e ammirare il panorama ancora più in alto per poi giungere su un ampio altopiano dove si staglia, imponente, la piramide del Monte Crocione. Infine, raggiungendo la Bocchetta di Nava, si gira a sinistra e poi ancora a in discesa, a sinistra, per tornare a Griante su una comoda mulattiera. Anche qui si susseguono gli scorci panoramici e si arriva anche a un’altra cappelletta dedicata agli Alpini, incontrando, magari, qualche capretta “alpinista”.
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