L’INTERVISTA
Iacolino: «Vorrei fare un regalo»
L’allenatore del Varese a tutto tondo: «Società e tifosi meritano la promozione. In D qualità cresciuta. I cinque cambi? Novità negativa. Under determinanti, spostano gli equilibri»
«Speriamo di poter regalare a questa società e a questa gente la promozione. La meritano».
Salvatore Iacolino non pensa neppure per un istante a nascondersi. È stato chiamato per portare il Varese nei professionisti e si prende subito le responsabilità che gli competono. L’obiettivo è quello. E pazienza se la concorrenza sarà nutrita e qualificata. È vero, occorre aspettare la composizione dei gironi per farsi un’idea definitiva sulle difficoltà potenziali dell’impresa, tuttavia l’ampio spettro di squadre lombarde (e non) che hanno costruito organici altamente competitivi evidenzia già l’inevitabilità di una lotta dura, difficile, complicata. Indipendentemente dalla collocazione.
Mister, cominciamo dall’impatto con Varese: impressioni?
«Ho trovato una società che si sta dando una struttura importante. Respiro serietà ed entusiasmo. Per questo dico che sarebbe bello riuscire a fare un regalo importante...».
Sta lavorando nelle condizioni ideali, dunque?
«Certo. Ho attorno gente che sa di calcio, che mi affianca e mi aiuta nei rispettivi ruoli. Ringrazio i direttori Merlin e Foresti, il presidente Taddeo, Basile. E poi Vago, che è sempre con me. Più in generale vedo persone serie che vogliono fare il bene del Varese. Questo è importante».
Vincere il campionato non sarà semplice...
«Sono d’accordo. Aspettiamo di vedere i gironi ma sono comunque tante le società importanti che hanno costruito grandi organici. Potenzialmente possiamo incrociare realtà come Pro Patria, Mantova, Como, Lecco e molte altre».
Lei l’anno scorso ha vinto con il Cuneo dopo un campionato incertissimo: prevede una stagione simile?
«Sì, mi aspetto equilibrio davanti proprio per i motivi che ho appena elencato: ci sono numerose formazioni sulla carta molto forti. Dico di più: la qualità si è alzata, sarà maggiore rispetto allo scorso anno».
Una novità ci sarà: le sostituzioni sono salite a cinque?
«Una modifica molto negativa, non la vedo bene. Cinque cambi sono troppi: stravolgono la fisionomia di una squadra e comportano una perdita di tempo maggiore rispetto a prima. Tre erano più che sufficienti».
Bocciatura completa, insomma...
«In questi campionati sì, in altri no. Nelle categorie minori, a livello giovanile, trovo invece che un numero elevato di sostituzione sia utile perché permette a tutti di giocare».
A proposito di giovani: con l’obbligo regolamentare dei quattro under la loro incidenza è notevole...
«In Serie D i giovani sono determinanti. Se ne hai quattro molto forti ti trasformano in positivo la squadra, se ne hai in campo qualcuno modesto gli avversari ne approfittano giocando con un “vecchio” sul tuo ragazzo».
Come sta il Varese in questo senso?
«Sono soddisfatto. Granzotto è un ragazzo di prospettiva, i vari Careccia, Battistello e Arca sono di buon livello, Frigione ha sbagliato a Pisa per eccesso di personalità ma è un portiere molto valido. Tutti hanno potenzialità e margini di crescita».
Un’ultima battuta, sui tifosi: è rimasto colpito dalla partecipazione alla trasferta di Pisa?
«Molto. Li ringrazio davvero. A questi livelli non c’è nessuno con un seguito così. Parliamoci chiaro: non è normale trovare 150 sostenitori che in una sera di luglio s’imbarcano in un viaggio del genere sapendo di rientrare solo alba del giorno dopo. Un bellissimo segnale».
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