IL PROTOTIPO
Il caffè che fa il... basilico
Il bustocco Filippo Zambrelli e due compagni del Politecnico spopolano con la loro idea
Chissà che non diventi un elettrodomestico del genere cui è difficile rinunciare.
Gli amanti del verde se lo augurano di certo. Intanto, si è meritato il primo premio di un concorso nazionale che ha visto in lizza oltre settecento idee per la casa, provenienti dagli atenei di tutta la Penisola.
Nel mirino l’esposizione in un museo di arte e design tra i più celebri, un premio in denaro, un contratto di tirocinio retribuito e l’avvio di trattative per la messa in commercio dell’invenzione di cui detengono il brevetto.
Tale è il successo riscosso da “Pensiero”, un elettrodomestico non più grande di una macchinata per il caffè, della quale è naturale integrazione.
A inventarlo e realizzarne un prototipo sono stati tre studenti iscritti all’ultimo anno della laurea magistrale in design and engineering al Politecnico di Milano: Davide Parenti, Federico Zagatti e Filippo Zambrelli, quest’ultimo nato cresciuto e ancora residente a Busto Arsizio.
Sicché c’è dell’inventiva bustocca in “Pensiero”, macchinetta semplice quanto l’intuizione che ne è alla base: «Tramite un laboratorio cui eravamo iscritti lo scorso anno, siamo stati coinvolti nel premio Progetto Simbiosi, indetto a livello nazionale dalla De Longhi. Il bando parlava di un’invenzione che avesse a che fare con il caffè e l’italianità in un contesto casalingo. Così abbiamo pensato che i fondi di caffè, per intenderci la polvere umida che resta nella macchina o nella cialda una volta usata, è un ottimo fertilizzante. Con pochi accorgimenti può anche diventare un regalo ecologico da offrire agli ospiti dopo il caffè», spiega Zambrelli.
L’idea prende la forma di una torretta che scompatta il fondo di caffè, lo asciuga così da evitare l’insorgere di muffe e lo dosa in una tazzina biodegradabile, la stessa utilizzata in precedenza dagli ospiti per sorseggiare.
Infine, un tappo sigilla il tutto: «Non è un semplice tappo, perché contiene anche un seme di varie essenze, che possono essere basilico o prezzemolo. In questo modo, la tazzina è pronta a essere interrata. Con acqua e un po’ di pazienza spunterà una piantina».
Semplice ed ecocompatibile, quanto geniale.
Il seguito della storia era in parte già scritta e in parte è ancora da scrivere: «Solo al Politecnico si sono formati 40 gruppi di lavoro. Al premio hanno concorso 600 progetti: 14 sono stati esposti in una mostra al Mudec di Milano, selezionati tre finalisti e proclamati i vincitori», riferisce uno dei vincitori, il venticinquenne bustocco, appunto. E ora?
«Si vedrà. Da parte di De Longhi c’è una proposta per la messa in produzione, ma ne dobbiamo discutere. Intanto, c’è il tirocinio e prima ancora la tesi».
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