DANDY BOSINO
Il chiodo fisso del giubbotto di pelle
Tutti abbiamo un chiodo fisso. E per molti è il “chiodo”. Che cosa sarebbe una scorazzata in moto di sera senza un giubbotto di pelle? Sì, anche adesso, soprattutto adesso che le temperature dopo una certa ora diventano frizzantine e la sola t-shirt o camicia non basta. Jeans and leather jacket dunque per tirare fuori il ribelle, il James Dean che è dentro ogni uomo. La galleria di vip diventati icone anche grazie all’immagine sulla moto e con il giubbotto di pelle o addirittura da biker riempirebbe il Louvre: Marlon Brando nel film “Il selvaggio”, del 1954 (quel giubbotto fu tra l’altro rubato da una teca durante un esclusivo party a New York); David Beckham con una pattuglia di centauri in alcune foto promozionali (l’ex calciatore è stato anche designer di una linea di giubbotti in pelle); George Clooney, in sella alla sua Harley. E ancora, tralasciando Fonzie, il cantante Jason Key (Jamiroquai il gruppo), seconda maniera, nel video dove alza un polverone con la sua moto e il gradimento dei suoi fans mostrandosi con il giubbotto di pelle. Ma soprattutto loro, gli a-ha, piaccia o no una delle band più acclamate dagli inizi degli anni ‘80, che rombano accanto ai fiordi nel video della bellissima “Stay on these roads”.
Se non hai un giubbotto di pelle (da non confondere, please, con la giacca di pelle che con le due ruote non c’azzecca granché) torna a casa e rifletti sull’esistenza.
Solito dilemma: fino a che età è doveroso indossarlo, volendo anche senza moto? Non ci sarebbe in teoria un limite, ma quando i capelli s’ingrigiscono e la linea non può più essere quella di un tempo, allora o sei un tipo comunque da jeans and leather oppure lascia stare. Il modello: tendenzialmente asciutto, con tasche possibilmente verticali e collo piccolo o meglio ancora diritto, alla coreana, con linguetta d’aggancio. Colori? Nero o marrone scuro. Una colonna sonora per questa corsa in leather jacket contro il vento? Lasciamo di sottofondo “Stay on these roads”, ricordando a chi non conosce o reputa gli a-ha un gruppo da poster in camera per adolescenti, che la “band rubacuori” di Oslo ha trasformato il mondo dei video con quello animato di Take on me e ha tenuto uno dei concerti (a pagamento) più affollati della storia: anno 1991, Rio de Janeiro, che non è esattamente la loro terra scandinava, 198.000 presenti.
E allora, non prendere impegni stasera. A casa ti aspettano una moto già accesa, un giubbotto di pelle da “scarcerare” dall’armadio e magari una persona con due caschi.
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