GUERRA
Il cielo è sempre più grigio su Gerusalemme
Il conflitto Isreale-Hamas e il racconto della violoncellista varesina che vive a Gerusalemme
Il tempo a Gerusalemme è sempre stato molto “umorale”. Come se la natura, Dio, volessero mostrarci il loro disaccordo. Ogni volta che qualcosa di molto triste accade, c’è una violenta reazione anche nell’atmosfera che ci circonda. Oggi è l’ennesima conferma. Le nuvole sono tinte di un grigio, violaceo, come se fossero vestite a lutto. Il sole sembra che sia stato inghiottito in una mattina sola. Strano per essere settembre di solito il cielo è ancora azzurrissimo e il sole splende spavaldo sulla Terra Santa, ma probabilmente anche chi sta sopra di noi è stomacato dalla perfidia umana. Nei giorni scorsi è arrivata la notizia del ritrovamento dei 6 corpi di 6 ragazzi giovani, ostaggi. Ho avuto l’occasione di sentire parlare dal vivo la mamma di uno di loro, Hersh, il ragazzo senza braccio. Una donna forte, illuminata, bilanciata anche nel dolore. Una donna con una forte fede che ha sempre ricordato, nonostante la sua situazione, il dolore della parte palestinese. Ora non c’è più giustizia. 6 ragazzi con la vita davanti che si sommano a tutti i morti di Gaza, bambini, donne, uomini e che si aggiungono alle epidemie nuove, come il bimbo colpito dalla polio.
Forse Dio, la natura si stanno chiedendo anche loro perché si debba arrivare a tanta cattiveria. Nessuno può più essere perdonato. O forse, è una grande prova per tutta l’umanità, cadere così in basso per poi forse tentare di rialzarsi. Certo è che al momento non sembra che la storia abbia insegnato molto a nessuno.
Forse è giusto che la natura, gli alberi, il vento si ribellino anche loro. È una terra mistica, che si ribella, violenta anche nei suoi elementi primitivi. Gli uccellini oggi non cantano, non c’è un filo d’aria. Solo una cappa plumbea che ci vuole far riflettere su tutti gli errori che qui si stanno commettendo. Bimbi volati in cielo, ragazzi giovani la cui vita è stata interrotta, villaggi palestinesi in fiamme. Che altro deve succedere? Allora la domanda ritorna, con un tono ancora più amaro e forse dovrebbero farsela tutti coloro che non vogliono finire questa guerra, chiediamoci tutti se questo è un uomo.
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