IN TRIBUNALE
Il furgone come arma del tentato omicidio di Bosto
L’esplosione di violenza nel maggio scorso al culmine di una lite per problemi di vicinato L’imputato è ai domiciliari. Il pm chiede 5 anni e 6 mesi
È arrivato davanti al giudice delle udienze preliminari Marcello Buffa il caso del tentato omicidio con furgone del maggio 2024, un’esplosione di violenza avvenuta nel quartiere varesino di Bosto, dove abitano imputato e vittima del reato. Il primo, che era stato arrestato dalla Polizia di Stato e ora è ai domiciliari, ha scelto il rito abbreviato, che garantisce in ogni caso uno sconto di pena di un terzo, e giovedì pomeriggio - 14 novembre - è iniziata la discussione. Il pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma ha chiesto per il quarantenne una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione e poi ha preso la parola il difensore, l’avvocato Simona Cuozzo, che preferisce mantenere il riserbo sul contenuto della sua arringa e sulla sua richiesta finale (l’udienza si svolge in camera di consiglio e quindi non è pubblica). Tra poco meno di un mese, a metà dicembre, ci sarà un’ultima udienza, che si aprirà con le eventuali repliche del pubblico ministero, e poi il gup andrà in camera di consiglio, da dove uscirà con la sentenza.
INVESTIMENTO RIPETUTO SOTTO L’OCCHIO DI UNA TELECAMERA
Il tentato omicidio ipotizzato dalla Procura sarebbe avvenuto in vicolo Mera, una stradina che si diparte dal cuore storico del quartiere. Lì ci sarebbe stato il tentativo del quarantenne di investire un altro uomo, un vicino di casa trentacinquenne, con un furgoncino. Secondo la ricostruzione dei fatti del maggio scorso, tutto sarebbe avvenuto in seguito a una lite legata a una questione di rumori eccessivi. Ci sarebbe stato il tentativo di investimento con il furgoncino, ripreso da una telecamera, e il mezzo sarebbe stato scagliato più volte contro il trentacinquenne. E poi tra i due, dopo che il quarantenne era sceso dal mezzo, ci sarebbe stata anche una colluttazione. A fare le spese del tutto appunto l’uomo più giovane, che era finito al Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese in codice giallo, ovvero con ferite di media gravità. Si tratta di una persona già nota alle forze dell’ordine. Il pubblico ministero Dalla Palma aveva disposto il sequestro del furgone usato come arma.
LA SENTENZA A DICEMBRE MA NEL QUARTIERE RESTA LA TENSIONE
All’epoca diversi residenti avevano evidenziato che nella zona non mancano le tensioni per la presenza di soggetti che sarebbero al centro di traffici inquietanti, che forse hanno a che fare con la droga e la prostituzione. L’episodio di quel lunedì pomeriggio di fine primavera non avrebbe avuto però nulla a che fare con questioni criminali, ma sarebbe stato legato più banalmente al rispetto della quiete altrui, a rumori eccessivi e all’esasperazione che può derivare da quel genere di mancato rispetto che rende difficile agli altri concentrarsi o riposare. In ogni caso il quarantenne sotto accusa rischia a dicembre una condanna pesante - cinque anni e sei mesi - per un’accusa molto grave, quella di tentato omicidio.
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