L’ESPERIENZA
Il trekking inizia in carrozza
L’ideatore del progetto ViadaMilano, Pierre D’Alfonso, si sposta in tutta la Lombardia e nel nord Italia in treno
Vive a Milano, ma ama il Varesotto. Viaggia in treno ed è appassionato di escursionismo. Mettendo tutto assieme Pierre D’Alfonso ha deciso di avviare il progetto ViaDaMilano, creando l’attività del trekking ferroviario. Tradotto: da Milano si sposta in tutta la Lombardia e nel nord Italia utilizzando esclusivamente in treno per raggiungere il punto di partenza di un’escursione. E, se dovesse servire arrivare in una zona più remota, al massimo si “concede” un viaggio in bus. Risultato: in circa tre anni ha mappato circa 200 itinerari tra rotaia e… gambe.
D’altronde Pierre è valdostano di nascita e, tra i suoi primi ricordi c’è un viaggio in treno, un Torino-Milano per andare a trovare i nonni. Da lì in poi, quella passione per i binari è stata come… un treno in corsa, per esempio evolvendo nello studio di progetti di cooperazione riguardanti l’eco sostenibilità. Come, appunto, ViaDaMilano, seguito su Instragram da 5.000 follower: «Il mio obiettivo - racconta D’Alfonso - è di avvicinare un sempre maggior numero di persone a un modo di viaggiare, dove i protagonisti sono il treno, la sostenibilità e gli sport outdoor. Nello specifico, il trekking ferroviario è inteso come un’escursione giornaliera, utilizzando come mezzo principale il treno, prolungabile per più giorni, il cui obiettivo è quello di valorizzare il turismo di prossimità. Per me, quindi, il treno, a Milano, non deve essere concepito solo come un servizio per i pendolari che vengono in città, ma anche un mezzo per i milanesi per uscire dal capoluogo e scoprire luoghi facilmente raggiungibili. Questo nuovo modo di viaggiare implica la scoperta di linee con un grande potenziale turistico, oltre alla riscoperta e alla valorizzazione della stazione, intesa come un luogo di ristoro e incontro».
Come Porto Ceresio: «Un posto che amo», o i Pizzoni di Laveno e tante altre mete. «Nel Varesotto – aggiunge l’escursionista su rotaia – avete tantissimi posti belli e andrebbero valorizzati e promossi di più e meglio, perché sono davvero splendidi e vicini a Milano». Detto da uno che di luoghi ne vede, da anni, tutte le settimane, c’è da credergli. Su viadamilano.com o instagram.com/viadamilano, parallelamente ai percorsi (alcuni dei quali raccontati in queste pagine), si racconta anche la storia delle linee ferroviarie, rendendo il viaggiatore un protagonista attivo e incentivando la curiosità su tutto ciò che riguarda il mondo ferroviario. Il viaggio in treno diventa così un’esperienza e non più un semplice spostamento, posizionando il trekking ferroviario all’interno di un contesto di slow tourism e riducendo le grosse distanze, col fine di esplorare un territorio, la sua storia e ponendo sempre l’accento su un approccio green.
Chiaramente, arrivando sul posto col treno, i sentieri scoperti partono principalmente vicino alle stazioni, a meno che non ci siano coincidenze coi bus che possano portare più in alto. Esempi? Il trekking ferroviario tra Milano, Chiasso e la Valle di Muggio per arrivare ai piedi del Monte Generoso, del Bisbino o del Gordona, oppure tra Milano, Canzo e la Colma di Sormano, per raggiungere il Monte San Primo.
«Viaggiando in treno - aggiunge D’Alfonso - si risparmia molto, soprattutto se si riescono a utilizzare degli abbonamenti e delle promozioni. Ritardi e inconvenienti avvengono, ma non da rendere impossibile il trekking, anche se mi piacerebbe che il sistema di trasporti della Lombardia prendesse spunto dai vicini svizzeri. Per esempio, un problema da risolvere è quello delle condizioni delle stazioni, senza bagni e ristori e dove, quindi, per un’escursionista è impossibile rinfrescarsi un attimo dopo la camminata».
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