RITORNO IN CASSAZIONE
Indennizzo per ingiusta detenzione: Binda fa ricorso
Il 57enne di Brebbia assolto in via definitiva per l’omicidio di Lidia Macchi contesta la somma riconosciutagli dalla Corte d’Appello di Milano
Stefano Binda, il 57enne di Brebbia assolto in via definitiva in Cassazione dall’accusa di aver ucciso Lidia Macchi, farà ricorso contro la decisione della quinta Corte d’Appello di Milano che gli ha riconosciuto un indennizzo per ingiusta detenzione pari a 212.294 euro, inferiore a quello chiesto dai suoi legali (303mila). I difensori di Binda avevano infatti quantificato l’ammontare partendo dalla cifra standard di 235,87 euro e moltiplicandola per i 1.286 giorni di carcerazione preventiva. Si torna dunque in Cassazione.
L’intervista a Stefano Binda sulla Prealpina di domenica 29 settembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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