DANDY BOSINO
King Roger, costumi da mare e Simple Minds
Slip, shorts aderenti, bermuda classici o lunghi da surfista. Di qui non si scappa a meno che non si voglia trascorrere la vacanza al mare su una spiaggia per nudisti. Se stai preparando la valigia per partire, fai un’ultima controllatina prima di chiudere la cerniera: che costumi da bagno hai intenzione di portare? La domanda non vale - saltino pure in fondo a questa rubrica - per Roger Federer, lo svizzero “King Roger”, che di recente è salito a otto Wimbledon e che con la racchetta non perde un colpo proprio come gli orologi della sua patria, per l’attore americano Matthew Mc Conaughey, e l’italo-canadese Max Martini, per il calciatore Zlatan Ibrahimovic, e l’ultimo James Bond, Daniel Craig. Loro cinque, così come altri vip dal fisico scolpito, possono permettersi qualsiasi tipo di costume e in qualsiasi tonalità. Per tutti gli altri, un po’ di attenzione non guasta: la spiaggia è impietosa, se esageri rischi di far sorridere tutti i miliardi di granelli di sabbia che hai intorno. E allora, poche regolette ma (quasi) tassative.
La uno: gli slip donano ai personaggi di cui sopra. In altre parole: ci vuole il fisico, né troppo magro, né cicciottello, né troppo basso ma nemmeno da esile pertica. Per non sbagliare, voilà i boxer che, tra l’altro, sono ormai più di moda. Aderenti come quelli, a calzoncino stretto, indossati da Sean Connery nei primi James Bond, versione mare o bordo piscina? Meglio quelli un filo più larghi e a metà coscia che stanno bene più o meno a tutti. Semmai, è il colore da tenere d’occhio: il nero snellisce, il chiaro no. Fantasia? Dipende. Una trama un po’ particolare - soprattutto per l’epoca - aveva il costume di Alain Delon nel film del ‘69 “La piscina”. Ho detto Delon e quindi ho detto tutto. Due: per fiori, arabeschi, disegnini e via discorrendo, occorrono slancio, età e disinvoltura. Stesso discorso per i costumi stile surfista, board-short, che arrivano al ginocchio e a volte anche sotto. Con le gambe cortine (e i capelli brizzolati), per favore no. La nostalgia di “Un mercoledì da leoni”, film del ‘78, con i tre che con la tavola fanno cose mirabolanti, va quindi lasciata a Zlatan, ai ragazzi e a chi vanta un fisico dalle proporzioni adeguate. Riapri la valigia e ricontrolla dunque. E per arrivare alla spiaggia o fare passeggiate? Con i boxer, ideali le polo e le t-shirt; sulle camicie ci sarebbe da discutere per un mese (e le vacanze sarebbero finite). «Ma anche in vacanza devo farmi questi problemi? Metto il costume che mi pare». Sacrosanto. Si chiama libertà. Il buon gusto però è un’altra faccenda.
E a ben guardare non tocca solo “qualcuno, da qualche parte in estate”, detto in inglese “someone, somewhere in summer time”. Vi ricorda niente? I Simple Minds, giusto, molto apprezzati da un mio caro amico. La canzone è del 1983, il gruppo di Glasgow ci sapeva e ci sa ancora fare. I-pod e cuffiette, tregua dal sole sotto l’ombrellone o al chioschetto con una bibita: «Someone, somewhere...». E via così. Un tuffetto e due bracciate. Nel passato.
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