L’ANALISI
La doppia beffa firmata Moore
Nel mirino l’azione che ha deciso il match di Pesaro: evidente l’infrazione non rilevata prima del tiro decisivo
Il canestro della settimana nella Top 5 della Lega Basket ha toccato nuovamente un punto dolente in casa Pallacanestro Varese.
La tripla allo scadere con cui Dallas Moore ha trafitto domenica 3 dicembre, a Pesaro la truppa di Attilio Caja guida la classifica video delle prodezze individuali realizzate sugli otto campi di Serie A.
Peccato che il replay rallentato dell’azione, visto e rivisto dallo staff tecnico biancorosso tra lunedì 5 e martedì 6 dicembre, abbia confermato i dubbi espressi a caldo da Caja nella conferenza stampa post partita. Ovvero che la prodezza balistica decisiva sia stata viziata da un’evidente infrazione di passi: Moore si dirige in palleggio verso il lato destro del campo, si arresta sul cambio difensivo che porta Ferrero su di lui, aggiusta la posizione con un “saltino” e poi muove il piede destro (il primo appoggiato sullo stop, quindi il perno) saltando col sinistro per scoccare la sua “tabellata” decisiva.
Canestro spettacolare quanto fortunoso... ma anche irregolare alla luce della preparazione del tiro, non consentita neppure dal nuovo regolamento più permissivo sui passi (valido per le ricezioni in movimento e non per le partenze da fermo).
Certo l’azione analizzata al video, con possibilità di fermare l’immagine, è molto più facile da analizzare che dal vivo nel giro di un paio di secondi; uno dei tre arbitri era a non più di mezzo metro di distanza e non ha ravvisato alcuna irregolarità, concentrandosi probabilmente su eventuali contatti del difensore più che sui movimenti dei piedi dell’attaccante.
Senza mettere minimamente in dubbio la buona fede degli arbitri, secondo il club di piazza Monte Grappa è stato commesso un errore palese; opinione suffragata anche da alcune consultazioni informali con esponenti del mondo arbitrale che avrebbero condiviso l’interpretazione della società sull’infrazione di passi commessa da Moore.
Ma ciò non cambia la sostanza delle cose, in assenza di appigli regolamentari per modificare l’accaduto. Nel basket infatti l’uso dell’instant replay differisce dalla Var calcistica per le casistiche per cui è ammessa: gli arbitri domenica l’hanno infatti utilizzato subito per verificare che il tiro fosse da tre e non da due punti, ma in nessun caso avrebbero potuto consultare lo strumento video per mutare una decisione tecnica presa sul campo.
In ogni caso la società non effettuerà alcun rilievo formale sull’operato dei direttori di gara, a dispetto di altre interpretazioni considerate discutibili - leggi i 7 liberi tirati da Pesaro negli ultimi 3’ per i cosiddetti “falli di confusione” di cui aveva parlato il coach pavese nel post-partita - prima ancora dell’azione incriminata.
Un po’ perché torti e favori arbitrali - essendo casuali ed episodici - si compensano nel corso dell’intera stagione, e un po’ perché comunque partite come quelle dell’Adriatic Arena andavano interpretate meglio - e di conseguenza chiuse prima - per evitare di affidarsi alla lotteria dei finali in volata.
Nei quali le prodezze degli avversari e gli errori arbitrali sono imprevisti che possono costare cari, come accaduto domenica a Pesaro.
© Riproduzione Riservata