IL GIORNO DEL DOLORE
L’addio a Mirella Cerini. Il senso vero dell’istituzione
Sulla Prealpina in edicola oggi, venerdì 3 maggio. due pagine dedicato al funerale e al cordoglio per la morte della sindaca di Castellanza
Ieri, giovedì 2 maggio, l’ultimo saluto alla sindaca Mirella Cerini, morta all’improvviso dopo le celebrazioni del 25 aprile. Sulla Prealpina oggi, venerdì 3 maggio, due pagine che ripercorrono la cerimonia funebre e il grande cordoglio.
Ecco il commento del direttore della Prealpina, Silvestro Pascarella.
Morire con la fascia tricolore addosso, quasi una seconda pelle: il simbolo di una missione che Mirella sapeva di compiere ogni giorno. In un mondo che distrugge le istituzioni, le calpesta e fa a gara a deriderle, non può esserci migliore esempio del suo. Non è retorica. Non è la solita compassione che fa rima con il profumo dell’incenso dei funerali. E finisce appena la funzione arriva al momento dell’andate in pace. È un’altra cosa, molto più importante. Anzi essenziale.
Si poteva non andare d’accordo con il carattere spesso gentile, sempre disponibile ma a volte spigoloso della sindaca di Castellanza, però non si riusciva a non amarla per la sua capacità di andare diretta al cuore delle persone, soprattutto dei giovani, dei bambini e degli anziani. La apprezzavano ed erano legati a lei da affetto vero. Ed è questo che deve essere una vera istituzione. Quante lacrime ieri in chiesa, sul sagrato e il Primo Maggio attorno a quella bara, nell’atmosfera austera della sala delle colonne di Palazzo Brambilla. Un pianto sincero e, proprio per questo, ancora più difficile da far passare.
Mirella è viva nei ricordi, nei momenti civici e nell’amore dei suoi cari. Ma Mirella è viva soprattutto nell’azione. Non si può pensare a lei senza vederla partecipe di ogni iniziativa e pronta a progettare un futuro tutto da scoprire. Per cui esiste un solo modo per renderle onore, per sperare che lei da lassù sia fiera di noi, dei suoi cittadini di Castellanza, una città che ha enormi potenzialità inespresse e lei stava facendo in modo di tirarle fuori. Lo ha detto la sua vice Cristina Borroni dal pulpito: «Avanti a testa bassa». Quanti veleni, quante maldicenze, quanti personaggi pronti a sparlare perché sembrava strano che Castellanza potesse avere una sindaca così giovane, così bella e soprattutto così brava. Ma lei non ha mai abbassato la guardia. Testarda perché tenace. Forte perché rappresentava l’istituzione più importante del Comune, il faro attorno al quale s’illumina la comunità. Un faro che si è spento, insieme al suo cuore. Ma la sua luce continuerà a splendere nell’anima di chi l’amava. Ciao Mirella, per questa terra difficile della provincia di Varese sei stata un dono.
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