IN TRIBUNALE
Le rompe un braccio per gelosia, condannato a tre anni
L’uomo, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti della compagna, dovrà pagare una provvisionale di 2mila euro
Botte, litigi, ma anche messaggi e telefonate a raffica. Il tutto a causa della gelosia. Già, perché lui era ossessionato dall’idea che lei lo tradisse. Da qui le violenze, psicologiche e fisiche, fino al punto di romperle un braccio. Con il risultato, inoltre, che la donna perse il lavoro al bar poiché il titolare del locale era stanco di assistere a quelle scene. Violenze avvenute anche davanti al figlio minorenne della donna, che viveva in un paese della Valmarchirolo.
LE RICHIESTE DI ACCUSA E DIFESAA
Un comportamento che è costato all’uomo, 57 anni, di origine calabrese, un processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Per lui il pubblico ministero Marialina Contaldo ha chiesto oggi, giovedì 28 marzo, la condanna a cinque anni di reclusione.
Di tutt’altra idea il difensore, l’avvocato Maria Francesca Bentivenga, secondo la quale manca la “sistematicità” richiesta da quel tipo di reato: «Erano entrambi gelosi e litigiosi. Era un rapporto malato, è vero, ma non ci sono gli estremi dei maltrattamenti.
LA CONDANNA
Reato che è stato invece riconosciuto dal tribunale: l’imputato, che nel frattempo è tornato nel paese natale, è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione. Dovrà anche risarcire il danno alla donna con cui ha vissuto per cinque anni, costituitasi parte civile con l’avvocato Giovanni Grassi: per lei una provvisionale di 2mila euro, ma l’indennizzo definitivo sarà stabilito in sede civile.
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