L’OPERA
Malpensa-Rho: sì, con dubbi
Siglato il protocollo d’intesa. Ma il progetto resta un mistero
Giovedì 19 ottobre il Ministero delle Infrastrutture ed Rfi hanno siglato la bozza del contratto per il potenziamento della tratta Rho-Gallarate, che tra l’altro prevede anche la realizzazione del collegamento tra la linea ferroviaria Milano-Domodossola e il Terminal 2 di Malpensa.
Lo stesso giorno l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile ha firmato con l’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia Alessandro Sorte e i colleghi Francesco Balocco (Piemonte) ed Edoardo Rixi (Liguria) un protocollo d’intesa che prevede investimenti per un totale di 18 miliardi di euro finalizzati allo sviluppo del sistema di trasporto merci su ferro nelle tre regioni.
Gli investimenti
Per quanto riguarda la Rho-Gallarate, la bozza di contratto prevede una spesa totale di 728 milioni di euro, 15 dei quali già spesi. In quest’ultima versione di un’idea che si trascina ormai da trent’anni, per posare il quarto binario tra Rho e Parabiago Rfi spenderà 400 milioni invece dei 328 previsti nel 2016, mentre per posare il terzo binario tra Parabiago e Gallarate ne basteranno 305 contro i 328 che erano stati previsti un anno fa. Il terzo binario seguirà poi un tracciato tutto nuovo, scostandosi dall’attuale sedime delle ferrovia all’altezza di Legnano per collegarsi alla rete di Ferrovie Nord Milano all’altezza di Busto Arsizio. Per il collegamento Tra Gallarate e Malpensa è stato invece confermato un investimento di 195 milioni (nel 2016 ne erano stati preventivati 180), che serviranno per posare 4,6 chilometri di binario (2,6 dei quali in galleria) più 1,1 chilometri in direzione nord per l’innesto sulla Milano Domodossola all’altezza dei prati tra il quartiere dei Ronchi e la zona industriale di Casorate Sempione.
La scorsa settimana nella brughiera sono arrivati i tecnici che hanno dato il via ai sondaggi geognostici, i cui risultati saranno indispensabili per redigere il progetto definitivo di un’opera in cui Roma e Milano paiono credere molto, anche per rispettare i patti siglati con gli svizzeri per potenziare la mobilità dei valichi alpini.
I dubbi dei sindaci
Se a Roma si firmano contratti e protocolli, i sindaci dei Comuni coinvolti dal progetto condividono chi più chi meno tutti le medesime preoccupazioni. I 4,6 chilometri della bretella verso il Terminal 2 interesseranno per il 90% il territorio di Casorate, e il sindaco Dimitri Cassani pretende chiarezza: questo è il momento in cui il territorio dovrebbe essere coinvolto nel confronto, una volta che Rfi presenterà il suo progetto definitivo sarà troppo tardi per chiedere compensazioni o modifiche. Ancora più agguerrito il sindaco di Vanzago Guido Sangiovanni. Nel vecchio progetto Vanzago era il Comune più penalizzato dagli espropri, da lì nel 2012 era partita la battaglia legale che aveva fatto bocciare la procedura.
«Perché i costi dell’opera sono cambiati? Il binario servirà per le merci o per i pendolari? - si chiede il sindaco -. Vanzago chiede chiarezza sulle risorse finanziarie, sugli obiettivi dell’opera e sulle procedure in essere».
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