L’ANNUNCIO
Maroni blinda il Punto nascite
Il governatore inaugura il parcheggio dell’ospedale di Angera: a gennaio la risposta definitiva da Roma
«Nei prossimi mesi, forse già a gennaio, avremo la risposta definitiva sul Punto nascite. Ma l’impegno che abbiamo preso lo manteniamo e vi dico che qui rimarrà e garantiremo la sicurezza, facendo gli investimenti necessari, perché è giusto che sia così».
Lo ha confermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che questa mattina, venerdì 8 dicembre, ha inaugurato il nuovo grande parcheggio dell’ospedale Ondoli di Angera.
La vicenda della chiusura del Punto nascite della struttura sul Lago Maggiore, ha ricordato il governatore, nasce da una regola nazionale che impone l’eliminazione di questi reparti se effettuano un numero di parti inferiore a 500 ogni anno.
«Non è una norma che dettiamo noi ma lo Stato, per garantire la sicurezza dei cittadini, perché la comunità scientifica ritiene che con un numero di nascite inferiore, non si possono garantire gli standard di sicurezza adeguati per i degenti».
«Quasi tutte le Regioni - ha sottolineato Maroni - si sono adeguate a questa legge. Noi in Lombardia non li abbiamo chiusi. Non perché consideriamo la regola sbagliata, ma perché siamo andati a Roma a trattare e abbiamo convinto il Governo che siamo in grado di garantire la sicurezza anche con meno di 500 parti all’anno. Questo vuol dire investire più risorse di quelle necessarie, ma abbiamo seguito questa strada perché pensiamo che i presidi territoriali debbano essere mantenuti. Costa di più rispetto a chiuderli e concentrarli, ma i servizi per i cittadini per noi vengono prima dei risparmi di spesa. Dobbiamo spendere meglio e non spendere meno. Anche questo è oggetto di trattativa con Palazzo Chigi sul tavolo per l’Autonomia. Io voglio la competenza totale su questa materia e maggiori risorse per poterla gestire».
«Noi - ha proseguito Maroni - ascoltiamo sempre le istanze che giungono dal territorio. E questo è un caso paradigmatico, di come sappiamo passare dalle parole ai fatti, perché senza il nostro intervento l’ospedale di Angera avrebbe perso il suo punto nascite».
«Io non condanno mai la protesta, perché capisco che a volte sia comprensibile alzare la voce. Non posso garantire che si possa sempre intervenire, perché a volte, appunto, non dipende da noi. Ma certamente ascoltiamo le richieste dei lombardi e cerchiamo sempre di dare, come in questo caso, delle risposte concrete ai problemi».
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