PECHINO
Negativi investimenti esteri della Cina, prima volta da 1998
(ANSA) - PECHINO, 06 NOV - I deflussi trimestrali di
investimenti diretti esteri (Fdi) in Cina hanno superato per la
prima volta gli afflussi a causa delle crescenti tensioni con
gli Stati Uniti e della portata della nuova legge
anti-spionaggio che aumentano i rischi a carico delle aziende
straniere. Il trend ha preso forma nei dati preliminari della
bilancia dei pagamenti di luglio-settembre dell'Amministrazione
statale dei cambi (Safe): gli Fdi si sono contratti di 11,8
miliardi di dollari, in rosso per la prima volta dal 1998, hanno
di inizio della raccolta statistica su base omogenea.
Considerando gli investimenti esteri nei microchip per
destinazione, secondo la società di ricerche Rhodium Group, la
quota della Cina si è già ridotta dal 48% nel 2018 all'1% nel
2022. Al contrario, la quota Usa è salita da zero al 37%, mentre
il combinato di India, Singapore e Malesia è cresciuto dal 10%
al 38%.
Anche la revisione della legge cinese sul controspionaggio,
in vigore da luglio con l'ampliamento della casistica dai
contorni meno chiari, ha creato disappunto. In risposta alla
fuga di capitali stranieri, la Cina sta lanciando politiche di
apertura all'esterno, compreso l'allentamento delle normative
nel settore manifatturiero.
Pechino, inoltre, sta accelerando gli sforzi per costruire la
propria catena di fornitura di microchip in vista delle tensioni
con gli Usa, ma l'approvvigionamento di attrezzature e
componenti necessari dall'estero è stato lento. Il rallentamento
del ritmo dell'innovazione tecnologica e della crescita della
produttività potrebbe esercitare una pressione al ribasso sulla
crescita economica della Cina.
"Parte della debolezza degli investimenti diretti esteri in
Cina potrebbe essere dovuta al rimpatrio degli utili da parte
delle multinazionali", ha scritto in un report Goldman Sachs.
"Con i tassi di interesse in Cina 'più bassi per un periodo più
lungo' mentre quelli al di fuori del Paese sono 'più alti per un
periodo più lungo', è probabile che le pressioni sul deflusso di
capitali persistano". A settembre, i deflussi di valuta estera
dalla Cina sono aumentati in modo netto a 75 miliardi di
dollari, la cifra mensile più grande dal 2016, secondo Goldman
Sachs. (ANSA).
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