Ucciso a Barcellona dall’Isis, iniziativa dei colleghi per la famiglia: «Versamenti da tutto il mondo, anche da mille euro»
C’è chi ha versato pochi centesimi, chi mille euro.
Chi si è collegato da Legnano e chi dall’America, in una gara di solidarietà senza confini che i colleghi di Bruno Gulotta, l’ingegnere legnanese di 35 anni ucciso giovedì 17 agosto nell’attentato sulla Rambla di Barcellona, stanno guidando nell’interesse della compagna Martina, rimasta vedova con il difficile compito di crescere due figli.
Forse neanche i colleghi di Tom’s Hardware, la società di informatica per cui Bruno lavorava coniugando le sue passioni per computer e marketing, si aspettavano di raggiungere un tale risultato in così poco tempo.
Di fatto, la sera di sabato 19 agosto i numeri parlavano da soli.
«La raccolta fondi procede con ottimi risultati - affermava Roberto Buonanno, county manager per l’Italia del network internazionale -. Hanno donato oltre 3.500 persone, da ogni parte d’Italia e del mondo, in euro e in dollari. Le singole donazioni vanno da pochi centesimi a mille euro».
Un risultato simile non può non comportare alcune considerazioni.
«Siamo orgogliosi di questa risposta che ci dà la conferma che esiste un popolo di pacifici, silenziosi e generosi cittadini che risponde alla violenza con atti di amore», continua Buonanno.
«Inizialmente volevamo tenere aperta la raccolta fondi fino a metà settembre, ma abbiamo pensato che sarà disponibile fino a quando il flusso delle donazioni sarà costante e continuo».
«Martedì al massimo - continua il titolare dell’ufficio dove Bruno lavorava - trasferiremo la raccolta su una nuova pagina, più completa e con più strumenti. Sarà possibile versare il proprio contributo con carte di credito, Paypal ma anche bonifico».
Nella serata di venerdì 18 agosto, la sottoscrizione era stata avviata in modo improvvisato: i colleghi di Bruno avevano passato la giornata in ufficio, cercando di capacitarsi di quello che era successo. Inevitabilmente il pensiero era andato a Martina e ai due figli piccoli, Alessandro, che il prossimo settembre inizierà le scuole elementari, e Aria, la quale ha appena sette mesi.
C’era il dolore, certo. Ma c’era anche la necessità di fare qualcosa di concreto, perché senza Bruno la famiglia sarebbe fin da subito stata costretta a fare i conti con seri problemi economici.
Ecco quindi la decisione di avviare la sottoscrizione sul sito aziendale, lo stesso dove i giornalisti di Hardware Upgrade, giornale del gruppo, avevano dato la conferma della morte del giovane ingegnere che avevano definito «una colonna portante del team».
Una raccolta fondi aperta a tutti i colleghi, certo, ma anche a coloro che conoscevano Bruno, o che in qualche modo si sentono toccati dalla tragedia.
Ecco quindi la scelta di pubblicare il link della sottoscrizione e di usare come appoggio il conto Paypal di Buonanno.
«Ci rendiamo conto che qualcuno potrebbe non gradire questa scelta - affermano i colleghi -, ma bisognava fare in fretta, abbiamo agito con il massimo della buona fede e quindi vi preghiamo di rispettare le persone che stanno soffrendo e di evitare commenti che in altri momenti sarebbero senz’altro legittimi».
Per contribuire basta andare sul sito internet www.tomshw.it e seguire il link alla pagina della raccolta fondi, digitare una cifra e accedere al conto Paypal.
I colleghi di Bruno aggiorneranno al più presto su quanto saranno riusciti a raccogliere: tutto (a parte le commissioni trattenute da Paypal per il servizio) sarà consegnato a Martina per aiutarla a risolvere almeno uno dei tanti problemi causati da una tragedia che ha sconvolto il mondo e distrutto la sua famiglia.
© Riproduzione Riservata