IL NUOVO CENTRO
Occhi puntati sul Polo civico di Malnate
I gruppi consiliari “Malnate Sostenibile” e “Bellifemine Sindaco” sul progetto in fase di realizzazione
«Si tratta forse del progetto più importante degli ultimi vent’anni, dopo il palazzetto dello sport di via Gasparotto. Si tratta del centro della cultura e del sapere degno di una città e diventerà un centro di attrazione per tutte le età. Un progetto che ci ha visto protagonisti per cinque anni, tra alti e bassi, difficoltà tecniche e imprevisti ad ogni livello, guerre e Covid compresi. È stato anche un argomento che ha fatto molto discutere la vecchia maggioranza e che, con qualche compromesso (maldigerito), è arrivato al termine del percorso proprio con la fine del mandato Bellifemine». Così i gruppi “Malnate Sostenibile” e “Bellifemine Sindaco” sul Polo Civico di Malnate, in fase iniziale di realizzazione, a seguito del consiglio urgente chiesto da cinque gruppi consiliari.
«Rispetto al progetto approvato e ora in fase esecutiva, nel mese di ottobre, durante i lavori di abbattimento propedeutici alla ristrutturazione, è avvenuto un notevole cambiamento: il muro su via Marconi, che era parte integrante del progetto approvato e che non avrebbe dovuto essere eliminato è stato demolito per motivi strutturali. Ovviamente la sicurezza va tenuta in primo piano e quindi eccoci alla svolta del progetto. I lavori di ristrutturazione per integrare la parte nuova con il vecchio muro (ormai non più in piedi) non potranno essere realizzati, ma l’attuale amministrazione insiste col voler costruire il nuovo polo sul medesimo sedime del precedente edificio».
«Non ha forse più senso, ora che il vincolo dell’esistente è venuto a mancare, ripensare la collocazione della struttura, arretrando il nuovo edificio almeno di qualche metro rispetto alla via Marconi, così come sono arretrati l’edificio della Coop e la palazzina della Polizia locale? Questa scelta permetterebbe di dare più respiro alla nuova struttura ma soprattutto di garantire maggiore sicurezza a pedoni, ciclisti e bambini che si troveranno a passare di lì. A tale scopo - si legge nel comunicato - i gruppi “Malnate Sostenibile” e “Lista Irene Bellifemine” hanno presentato una mozione per richiedere la quantificazione di eventuali costi e tempi aggiuntivi per una variante al progetto che prevedesse la modifica di cui sopra; tale mozione è stata respinta dall’amministrazione attuale. A giustificare il voto contrario, alcune vaghe previsioni sui costi e i tempi maggiori che l’arretramento dell’edificio potrebbe comportare, senza che nessuno dei componenti della maggioranza sia stato in grado di quantificare realmente se e quali sarebbero i tempi e i costi. Alla nostra richiesta di una relazione giustificativa della variante, una perizia comparativa e il cronoprogramma aggiornato dei lavori, la riposta è stata che “l’amministrazione comunale non ha incaricato la direzione lavori di produrre una “perizia sulla variante”, nonostante che calcoli e quantificazione economica della variante di progetto da presentare al RUP sia dovuta da parte della direzioni lavori”. Da quanto ha dichiarato l’assessore Battaini in commissione e in consiglio comunale, questi costi non sono quantificabili al momento e inoltre non è più possibile parlarne adesso; avremmo eventualmente dovuto chiederli un anno e mezzo fa. Ma come? Dov’era il signor Battaini quando si facevano tavoli tecnici sull’argomento, quattro, tre, due anni fa? Eppure siamo sicuri di averlo visto più volte insieme ai suoi compagni di partito affermare che “l’edificio era da mantenere a tutti i costi”, nonostante i tecnici si fossero espressi a favore di un abbattimento».
«La verità è che l’allora sindaco Irene Bellifemine ritenne opportuno, in quella occasione, mediare tra le diverse forze di maggioranza per evitare che cadesse l’amministrazione comunale, cosa che non le avrebbe permesso di concludere altri importanti progetti già in essere e avviare le opere finanziate del Pnrr. Il Pd si trincera dietro “principi” senza spiegarne la ragione, non avendo dati oggettivi sulla percorribilità e i costi di quanto chiediamo. La variante puntuale è conseguenza di quanto il Pd ha imposto e impone (senza ragioni tecniche) non producendo una “evidenza vincolante” per il progetto. Infine, il Pums è un documento programmatico e, come tale, sovraordinato rispetto a “progetti singoli” quali quelli del polo, ecco perché chiediamo che la nuova opera, senza più vincoli, si conformi alle sue direttive. Rimaniamo ancora una volta esterrefatti davanti a tali sterili prese di posizione che neanche di fronte ad una proposta così fortemente e positivamente sbilanciata verso il bene della comunità, il partito di maggioranza riesce a smussare, arroccato su una forte ideologia e condizionato dalle direttive locali del partito. I nostri occhi continueranno a essere puntati sulla maggioranza con l’atteggiamento di chi, come finora abbiamo fatto, è guidato dalla lungimiranza politica e dalla passione per l’impegno civico».
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