NAU!
«Occhiali, ricostruiamo la filiera»
Il presidente Brogi: apriremo una nuova fabbrica a Castiglione. Appello ai colleghi
«Tutti credono che la patria dell’occhialeria italiana sia in Cadore. Ma non è così. La filiera degli occhiali nasce proprio qui in provincia di Varese. Poi con gli anni si è dispersa, è emigrata e si è delocalizzata. Ma ora è tempo che proprio qui si ricostituisca questa filiera e si proponga al mercato come garanzia di qualità assoluta».
A parlare - davanti a circa trecento tra imprenditori e manager che a Malpensafiere hanno partecipato all’evento “Oltre l’impresa” promosso dalla Compagnia delle Opere Insubria - è Fabrizio Brogi, presidente di Nau!. Un imprenditore che di lenti e montature se ne intende eccome. E conosce questo business talmente nei dettagli che non si accontenta di aver costruito una azienda che, nata nel 2005 a Castiglione Olona, oggi conta 600 dipendenti, un fatturato di 35 milioni di euro e una crescita media annua del 25%. Vuole andare oltre e fare un passo in avanti, proprio nella direzione della ricostruzione della filiera varesina.
«Noi stiamo lavorando per aprire una nuova fabbrica a Castiglione Olona, per riportare su questo territorio la produzione e creare una rete di fornitori con cui costruire un percorso di valore». Brogi ha già le idee chiare, anche se al momento il progetto è ancora nella fase del cantiere. «A gestire la produzione sarà mia moglie Monica (Salvestrin ndr.) - spiega - perchè di fatto è lei che tiene le redini dal punto di vista del design, dei materiali, della qualità dei nostri prodotti. E’ il mio alter ego operativo e come in casa non mi fa avvicinare nemmeno a un cavo, così è bene che segua lei la produzione».
Un nuovo stabilimento produttivo, dunque, nel cuore del Varesotto per testimoniare che il Made in Italy di qualità funziona e piace al mondo. I tempi di apertura della fabbrica non sono ancora definiti nel dettaglio, ma è presumibile che si vada ai primi mesi del 2018. Ed è chiaro che entro quel periodo saranno fatte anche le relative assunzioni. Del resto, firmare contratti, è una pratica che Brogi svolge abbastanza regolarmente. «Oggi dico che siamo circa 600 - dice dal tavolo dei relatori - Non do il numero preciso perché ci contiamo a fine anno e nelle ultime settimane avrò firmato almeno una ventina di assunzioni». Ma le radici restano in patria. «Io faccio un vero e proprio appello alle aziende del settore della provincia - ribadisce davanti ai colleghi - affinché possiamo avviare un dialogo e collaborare. Qui ci sono le radici di un patrimonio industriale che è stato disperso e che ora è tempo che ritorni a casa. Il rischio, altrimenti, è quello di perdere le persone che sanno fare, che hanno una professionalità e una manualità che non sono così semplici da trovare».
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