L’INCHIESTA
Omicidi in corsia: l’incubo cresce
Decine di casi sospetti, maxilavoro per gli investigatori. L’infermiera: «Scossa e preoccupata per il carcere»
Sembra destinato a salire in modo esponenziale il numero delle morti sospette in corsia oggetto dell’indagine dei carabinieri di Saronno, che ha portato all’arresto del medico anestesista Leonardo Cazzaniga e della sua amante, l’infermiera Laura Taroni, accusati di omicidio volontario.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, si stanno ampliando: dopo la morte del marito della Taroni, di cui la coppia è accusata in concorso, e dopo i decessi di altre quattro persone secondo le accuse uccise dal medico in corsia, ci sarebbero numerose altre possibili vittime del cosiddetto “Protocollo Cazzaniga.”
La Procura, infatti, contestualmente agli arresti, ha avvisato i parenti degli altri quattro defunti e nella mattinata di oggi, mercoledì 30 ottobre, decine di persone si sono presentate per chiedere lumi su altre morti sospette. Non solo.
Gli investigatori hanno sequestrato copiosa documentazione relativa a tutti i casi di decesso gestiti da Cazzaniga in pronto soccorso negli ultimi anni prima dei quattro presunti omicidi di cui è accusato e stanno anche lavorando sui decessi del padre del medico (morto in ospedale mentre Cazzaniga era di turno) e della madre della sua compagna, con la quale la stessa aveva un pessimo rapporto.
Proprio Laura Taroni si dice «scossa e preoccupata».
A comunicarlo è il suo avvocato difensore di fiducia Monica Alberti: «È molto scossa, soprattutto rispetto al carcere - spiega l’avvocato -. Sto valutando la richiesta di misure alternative, ma attendiamo l’interrogatorio di garanzia».
Taroni, accusata di aver ucciso lentamente con farmaci il marito di 45 anni, prendendo spunto dal “Protocollo Cazzaniga“, è al momento detenuta a Como.
Ampi servizi sulla Prealpina di giovedì 1 dicembre.
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