L’INCHIESTA
Omicidi in ospedale: controllori sotto torchio
Riprendono gli interrogatori sulle morti sospette a Saronno. Tocca a medici e dirigenti cui spettavano gli accertamenti sugli atti di Cazzaniga
Riprendono oggi, lunedì 12 dicembre, gli interrogatori degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio, sulle morti sospette in pronto soccorso a Saronno.
Quindici in totale le persone coinvolte, due delle quali arrestate: l’infermiera Laura Taroni con l’accusa di aver ucciso il marito tramite avvelenamento da farmaci insieme al compagno medico Leonardo Cazzaniga, accusato anche per altri quattro presunti omicidi in corsia.
Gli altri tredici iscritti nel registro degli indagati sono undici medici, a vario titolo per falso ideologico, favoreggiamento e omessa denuncia, un carabiniere e una parente di Taroni.
Il primo a comparire davanti agli inquirenti, stamattina, sarà Paolo Valentini, direttore del presidio ospedaliero di Saronno e membro della Commissione chiamata a valutare le due segnalazioni degli infermieri del pronto soccorso di Saronno, che avevano denunciato internamente (poi una dei due ha presentato denuncia in Procura facendo partire l’inchiesta) l’esistenza del “Protocollo Cazzaniga”.
Il professionista è indagato per omessa denuncia e favoreggiamento per non aver segnalato a sua volta all’autorità giudiziaria, sebbene risulti un fax a suo nome inviato ai carabinieri di Saronno, protocollato, ma mai inviato in Procura.
Nel pomeriggio era stata convocata (ma non sarà presente) Elena Soldavini, un’altra dottoressa che nel marzo 2014 depositò un esposto anonimo ai carabinieri di Cantù, circa i suoi dubbi sulle morti nella famiglia di Laura Taroni, anche lei indagata per omessa denuncia.
Secondo quanto riferisce il suo avvocato Giovanni Pignataro «essendosi presentata per rendere spontanee dichiarazioni sabato 10 dicembre, è venuta meno la necessità». Martedì mattina sarà la volta della dottoressa Maria Luisa Pennuto, medico legale aziendale, anche lei accusata di omessa denuncia e favoreggiamento, perché membro della commissione interna.
Nel pomeriggio, a colloquio con gli inquirenti, è stato chiamato Claudio Borgio, medico responsabile del servizio infermieristico tecnico riabilitativo aziendale di Saronno e accusato anch’egli di omessa denuncia e favoreggiamento, in qualità di membro della commissione interna.
Venerdì 16 dicembre gli inquirenti apriranno nuovamente le porte egli uffici giudiziari per la convocazione di Fabio Di Lucca, oncologo del reparto specialistico del nosocomio varesino, accusato di omessa denuncia in merito al decesso di un suo paziente in pronto soccorso, mentre Cazzaniga era di turno.
Intercettato al telefono mentre parla con una conoscente, il dottore nel 2015 risponde alla domanda «li ammazzava?» con un «sì, gli faceva il Profol a endovena (...) sì sì, l’ha ammazzato».
Non sono previsti al momento interrogatori per i due arrestati.
Cazzaniga, rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio, ha appena cambiato legale affidando la sua difesa a Ennio Buffoli del foro di Brescia. Quello d’ufficio, Enza Mollica, la scorsa settimana si era vista rigettare dal Gip di Busto Arsizio l’istanza per i domiciliari presentata per il medico.
Avvalsasi della facoltà di non rispondere durante il suo interrogatorio di garanzia, l’infermiera Laura Taroni detenuta nel carcere di Como, continua a chiedere dei suoi figli, affidati a una struttura protetta.
Sulle future scelte per la sua assistita il suo legale Monica Alberti ha scelto la cautela: «Stiamo ancora valutando il da farsi, per ora nessuna perizia psichiatrica. La mia assistita ha bisogno di calma e noi di serenità per poter lavorare».
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