IL PROGETTO
Padre Busa rivive in un documentario
Tributo al pioniere dell’informatica. Il set all’Aloisianum di Gallarate, in centro e alla Casa di Francesco in via Ferraris

Una figura di spicco per Gallarate e non solo: questo fu padre Roberto Busa, gesuita, linguista e pioniere dell’informatica scomparso nel 2011. Adesso protagonista di un documentario. A realizzarlo la Fondazione Scuola nazionale patrimonio e attività culturali, legata al Ministero della Cultura. Una troupe si è ritrovata oggi, martedì 25 marzo, all’Aloisianum, dove il prelato insegnò per decenni, per effettuare diverse riprese negli spazi esterni e nella biblioteca dell’istituto, nonché per intervistare Marco Passarotti, docente di linguistica computazionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
«UN VISIONARIO»
Fondamentale il contributo che Busa diede agli studi sul trattamento automatico del linguaggio, oggi alla base anche dei sistemi di intelligenza artificiale. «Fu un visionario, come tutti i ricercatori devono essere – ricorda Passarotti –. In alcune sue pubblicazioni negli anni Ottanta disse che la linguistica sarebbe diventata una grande industria se avesse trovato il reperimento tempestivo di informazioni utili: è ciò che facciamo ogni giorno adesso con i motori di ricerca».
LE RIPRESE
Per la troupe parla Alessio Guerrini, coordinatore della produzione (accompagnato dai colleghi Alessandro Rea e Sergio Puglia): «Busa capì prima di altri l’analisi automatica dei dati linguistici, e oltretutto era un uomo di fede e non propriamente uno scienziato». Ulteriori filmati sono stati poi realizzati nel centro di Gallarate e alla Casa di Francesco in via Ferraris, là dove un tempo sorse l’innovativo laboratorio informatico di Busa.
L’articolo completo sulla Prealpina di mercoledì 26 marzo, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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