ANGERA
Palude Bruschera: quattro passi immersi nella natura
Angera non è solo la bella passeggiata sul lungolago, la magnifica Rocca o l’interessante museo Archeologico. La bella cittadina lacustre ospita uno degli ecosistemi visitabili più belli dal nostro territorio, la Palude Bruschera. A farci da guida è Milo Manica, 24enne neolaureato in Scienze Naturali a Pavia con una tesi magistrale sugli uccelli nidificanti delle aree protette da Rete Natura 2000 nella fascia prealpina della regione Lombardia, appassionato di fotografia naturalistica (sue le foto in pagina), da un paio d’anni socio del Gruppo insubrico di ornitologia con cui esegue uscite ornitologiche e da pochi mesi anche volontario della Lipu.
Cosa le piace della Bruschera?
«Poter restare a contatto con la natura, vedere gli ecosistemi, le specie e le dinamiche tipiche del nostro territorio che purtroppo persistono solo in piccole aree protette. Altra cosa bella è il rapporto che le persone hanno con il luogo: alcuni passeggiano tutti i giorni lungo i percorsi della Palude Bruschera. Ciò significa che ne sentono il bisogno e ne riconoscono l’importanza».
A chi consiglierebbe un’escursione in Palude?
«A tutti quelli che vogliano passare un paio d’ore nella natura vicino al lago, appassionati di natura, fotografi di natura. Basta avere un paio di scarponcini e vestiti adatti al bosco, nulla di più. Possono essere utili gli stivali in caso di lago alto o dopo le piogge. L’importante è avere ben presente dove ci si trova e sapere che il rispetto per l’ambiente è la prima regola».
Ci porti virtualmente in Palude. Cosa possiamo vedere?
«Entrando da via Arena ci si trova subito immersi nella natura tipica del lago con a destra il canneto. Fermarsi ad ascoltare i canti degli uccelli può essere già motivo di emozione. Percorrendo il tracciato che porta alla passeggiata a lago si attraversa una fascia boschiva. Cercare le tracce degli animali è la cosa più semplice da fare (non è detto che si veda la volpe, ma le sue impronte magari sì). Una volta giunti vicino al lago infatti è possibile sperare di vedere gli uccelli più comuni qui: germani reali, cigni, folaghe. Se si è fortunati e attenti si possono sentire i picchi, vedere scoiattoli o rane».
In particolare com’è la vegetazione che si incontra?
«Dipende anche dalla stagione: in primavera è possibile vedere i fiori delle geofite (anemoni dei boschi, campanellini di primavera) o degli arbusti (biancospino, pallon di maggio), in autunno sarà più facile trovare funghi, riconoscere le piante grazie alle foglie cadute. Durante il percorso si può ben vedere l’ontaneto, la formazione vegetazionale tipica del posto. Al termine del percorso si arriva ai bacini di fitodepurazione, vasche artificiali per la depurazione delle acque in uscita dal depuratore che hanno anche un ruolo di ecosistema: c’è un altro bel canneto e una torretta di osservazione. Bisogna considerare infine che il posto essendo un sito di Rete Natura 2000 ospita habitat e specie di interesse comunitario e protette dall’unione europea».
Serena Minazzi
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