VILLA RECALCATI
Provincia: Bellaria vice e assessori a Forza Italia
Il presidente Magrini alle prese con la composizione della giunta. Ecco gli scenari
Niente giunta provinciale stasera, gioevdì 17 ottobre. È irrituale ma è possibile. Titolavamo in prima pagina il 30 settembre, a caldo dopo lo spoglio delle elezioni provinciali: “Magrini non si tocca, ma la partita si complica”. Avevamo visto giusto perché i numeri si sono messi di traverso nel senso che il Pd pensava di avere un seggio in più e quindi di consolidare quella maggioranza che già aveva retto le sorti di Villa Recalcati nei due anni (scarsi) precedenti.
In compenso ci sono stati altri bilanciamenti e il presidente della Provincia (che per una riforma che non si è mai capita bene resta in carica ma cambiano i consiglieri) si è trovato con un’equazione complicata da risolvere. Ma ce la farà.
Proviamo ad azzardare qualche anticipazione sperando di indovinare così come avevamo fatto due settimane fa indicando nel titolo quello scenario un po’ tortuoso. Per la vicepresidenza la scelta si è ormai orientata sul Pd. Ma chi? La segreteria provinciale dei dem vorrebbe una donna (Alessandra Agostini, l’unica dei cinque), però Magrini sembra dubbioso e la scelta dovrebbe cadere (non ce ne vogliano gli altri) sul personaggio di maggior peso che è il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria, non Fabio Passera che piace al presidente ma arriva pure lui dalle Valli e non si può fare la giunta tutta a trazione del Nord.
Difficile se non impossibile che possa diventare vicepresidente Mattia Premazzi che pure ha il “fisico”. A suo sfavore gioca qualche cena di troppo con quelli che stanno dall’altra parte, cioè con Fratelli d’Italia e Lega. Riunioni carbonare o semplice convivialità? In politica è sempre debole il confine tra le trattative e la buona tavola, fatto sta che potrebbe esserci stata in menu anche la possibilità di fare qualche imboscata a Magrini e quindi il presidente ha preferito guardare da un’altra parte per dimostrare nei fatti che proseguirà all’insegna della «continuità amministrativa».
I numeri risicati, però, restano perché Magrini si trova con una maggioranza strutturata sul Pd con una parte consistente dei centristi a sostegno.
Sull’altro fronte ci sono Fratelli d’Italia, Lega e qualche sirena che potrebbe attirare i naufraghi, ovvero chi potrebbe rimanere senza una poltrona. Per cui si naviga a vista in acque, però, nemmeno troppo tempestose perché tutto lascia supporre che il blocco di sostegno a Magrini esista e sia affidabile. Quindi la distribuzione delle deleghe è solo una questione di tempo. Di sicuro se il Pd prende il vice, Forza Italia avrà deleghe pesanti, così come un posto dovrebbe essere assicurato a Pierluigi Gilli, espressione di quel centro che fa riferimento a Gianfranco Librandi e a tutta l’area di Italia Viva che su Varese continua a muovere con molta cura le sue pedine.
Dunque Magrini ha già in mano la soluzione dell’equazione ma aspetta perché non ha senso affrettare se la legge non te lo impone e soprattutto, se in quest’ultimo anno e mezzo è già stato lui, come è giusto che sia considerato il ruolo, a tirare il carro. All’insegna dei concetti che continua a ripetere: civismo e pragmatismo. Intanto, però, fa politica.
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