LA LEOPOLDA
Renzi “arruola” Galimberti
Varesini al lingotto: cambiano le alleanze nel Pd
Tutti insieme, per la prima volta, alla corte di Matteo II.
Seduti quasi uno accanto all’altro nella platea del Lingotto, eppure ancora separati da un muro invisibile di incomprensioni, diffidenze e rivalità sempre meno nascoste.
La convention, che nel fine settimana, ha sdoganato la ricandidatura di Matteo Renzi alla segreteria del Pd e la designazione del ministro Maurizio Martina a futuro (probabile) numero due del partito, non ha tradito le attese e ha rimescolato equilibri e alleanze tra i democrat varesini.
A certificare una svolta, di cui ancora è difficile intuire i possibili sviluppi, la presenza a Torino del sindaco Davide Galimberti e dell’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari, entrambi al debutto tra le “milizie” dell’ex presidente del Consiglio.
Un’adesione annunciata, eppure non sottolineata dal segretario provinciale del partito Samuele Astuti. Presenze e assenze nella foto di gruppo che tradizionalmente accompagna la chiusura dei lavori degli incontri alla Leopolda certificano del resto il nuovo scenario: più vicini, ma ancora distanti. Non più avversari, ma non del tutto allineati, se non sulla scelta del leader da cui ripartire.
Le primarie per Palazzo Estense, quando proprio la componente guidata da Astuti, lanciò e sostenne Daniele Marantelli contro Galimberti, sono lontane.
E tuttavia la nuova convergenza interna deve ancora essere costruita e le scadenze elettorali (ovvero le legittime aspirazioni di molti ai posti in lista per il rinnovo del Parlamento) potrebbero non aiutare la composizione di un puzzle oggi solo abbozzato.
Ma tant’è, la politica è l’arte del compromesso sempre possibile. E dunque, per ora, meglio attenersi alle dichiarazioni che, ieri, hanno accompagnato l’uscita dei varesini dall’aula del Lingotto.
Articolo sulla Prealpina del Lunedì del 13 marzo.
© Riproduzione Riservata