IN PARLAMENTO
Ristorni, Varese fuori dai giochi. Pd: «Attacco al territorio»
Il via libera alla Camera. I Comuni fino a 15mila abitanti continueranno a beneficiare delle compensazioni delle tasse che i lavoratori pagano in Svizzera
La commissione bilancio della Camera ha approvato il subemendamento presentato dai deputati Andrea Pellicini, Stefano Candiani e Andrea Mascaretti che permette ai Comuni con popolazione fino a 15mila abitanti, con una percentuale di frontalieri superiore al 3 per cento rispetto al numero complessivo di abitanti, di continuare a beneficiare dei ristorni delle tasse che i lavoratori pagano in Svizzera.
«I COMUNI RIUSCIRANNO A CHIUDERE I BILANCI»
«È stato un lavoro corale - ha dichiarato il deputato varesino di Fratelli d’Italia, Andrea Pellicini - per il quale ringrazio i miei colleghi Candiani e Mascaretti. Il loro contributo è stato fondamentale. Grazie a questo emendamento, circa una ventina di piccoli comuni delle province di Varese e Como riusciranno a chiudere i bilanci». «Ne abbiamo parlato al ministro Giorgetti che ringraziamo perché ha condiviso l’emendamento - sottolineano i parlamentari Candiani e Mascaretti -. In questo momento di grave crisi parte dei ristorni che tornano nei nostri Comuni è giusto che sia destinato a sostenere i lavoratori che perdono il posto di lavoro. Ma altrettanto è importante che siano chiamati a fare la propria parte solo i Comuni più grandi, preservando, invece, le risorse trasferite ai nostri Comuni più piccoli».
PD: «UN ATTACCO AL TERRITORIO E AI CITTADINI DI VARESE»
Critico il Partito Democratico di Varese che parla di «un colpo studiato ad arte, che colpisce in maniera mirata l’amministrazione di centrosinistra di Varese tagliando 4 milioni di euro». «È l’ennesimo esempio di come il centrodestra, invece di lavorare per il territorio di Varese, utilizzi gli strumenti legislativi per una battaglia politica meschina e vendicativa - dichiara Matteo Capriolo, consigliere comunale di Varese e presidente della commissione Bilancio -. La decisione di alzare la soglia dei fondi frontalieri è un colpo basso che penalizza Varese e i suoi cittadini. Fratelli d’Italia e Lega hanno scelto di togliere 4 milioni di euro alla nostra città: risorse essenziali per servizi fondamentali per migliorare i servizi ai cittadini e la manutenzione delle strade. Questo è un attacco diretto all’amministrazione di centrosinistra, ma sono i varesini a pagare il prezzo più alto. Una scelta irresponsabile, che dimostra quanto siano lontani dalle reali esigenze del nostro territorio».
«Questa scelta è un affronto ai nostri cittadini e al buon senso - aggiunge Manuela Lozza, segretaria cittadina del Partito Democratico di Varese -. Invece di sostenere i comuni che più contribuiscono al benessere economico del Paese, il centrodestra continua a tagliare risorse essenziali. Varese merita rispetto, non tagli punitivi».
«A questi ulteriori tagli - prosegue la nota dei dem - si aggiunge una visione miope e centralista da parte del centrodestra, che preferisce favorire le proprie logiche politiche a scapito dei bisogni concreti delle comunità locali. Il Partito Democratico di Varese non starà a guardare: continueremo a difendere il diritto dei cittadini a ricevere servizi di qualità e investimenti adeguati, opponendoci a scelte ingiuste e punitive. La battaglia per Varese verrà portata in consiglio comunale con la presentazione di due ordini del giorno al bilancio sul tema».
MONTI (LEGA): «GRAZIE PER L’ATTENZIONE AI PICCOLI COMUNI»
«Ringrazio di cuore l’onorevole Stefano Candiani per aver proposto e fatto approvare un sub-emendamento fondamentale nella gestione della questione relativa ai ristorni dei frontalieri. Questo importante intervento, sostenuto con impegno dalla Lega, dimostra ancora una volta l’attenzione costante verso i piccoli Comuni e le necessità dei territori». Così il consigliere varesino in Regione Lombardia, Emanuele Monti. «Grazie al lavoro svolto, si è riusciti ad abbassare dal 4% al 3% la soglia minima di popolazione residente di frontalieri per consentire l’accesso ai fondi, una modifica che ribalta il criterio che sarebbe stato altrimenti penalizzante per molti Comuni. Questo sub-emendamento garantisce che tutti i Comuni sotto i 15mila abitanti possano rientrare nel nuovo parametro, salvaguardando in provincia di Varese e nel Comasco almeno una ventina di amministrazioni locali. Un ringraziamento va anche al ministro Giorgetti, che ha contribuito a rendere possibile l’approvazione di questo sub-emendamento. La Lega dimostra, ancora una volta, un’attenzione concreta alle esigenze dei piccoli Comuni, confermando l’impegno nel supporto ai territori e alla salvaguardia delle risorse fondamentali per la nostra comunità».
FRONTALIERI SOTTO ATTACCO
In questi giorni molti avevano fanno notare che le compensazioni svizzere in arrivo ai paesi più vicini al confine sono essenziali non soltanto per chi è attivo in Ticino ma per tutti i residenti, che beneficiano di vari servizi, dalle strade alle opere. Mettere un freno all’utilizzo di questi fondi significherebbe dunque impoverire tutto il territorio. I frontalieri sono una risorsa preziosa che da mesi risulta sotto attacco su diversi fronti: dalla tassa sulla salute che colpirà i lavoratori al paventato livellamento dei ristorni che sarebbe invece andato a impattare sui bilanci dei Comuni di frontiera.
ASTUTI E ORSENIGO: “SI PROTEGGANO LAVORATORI E TERRITORI”
La battaglia per i diritti dei frontalieri approda anche in Consiglio regionale, dove in questi giorni è in discussione il bilancio di previsione. I consiglieri regionali del Partito Democratico, Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, hanno presentato un ordine del giorno per chiedere a Regione Lombardia di opporsi a modifiche normative che penalizzano i comuni di confine e di ribadire gli impegni assunti in precedenza sul tema delle risorse derivanti dal lavoro frontaliero in Svizzera. In particolare, i dem puntano il dito contro una misura iniqua: la tassa sanitaria per i cosiddetti “vecchi frontalieri” su cui il governo insiste, presentando un emendamento alla legge di Bilancio 2025 che, per l’impossibilità di avere dalla Svizzera i nominativi di questi lavoratori, minaccia di raddoppiare il prelievo fino a 400 euro mensili, qualora non si dichiarino. “L’accordo del 2020 ha mantenuto per i vecchi frontalieri il sistema dell’imposizione unica in Svizzera e non prevede che le autorità elvetiche ne forniscano i nominativi all’Italia: ora si vorrebbe che fossero loro ad autodenunciarsi all’assessore Bertolaso per dare alla sanità lombarda le risorse che il governo non fornisce. Questa imposizione – sottolineano Astuti e Orsenigo – è in contrasto con l’accordo italo-svizzero del 2020, e rappresenta un aggravio ingiustificato per i lavoratori e i comuni. Chiediamo innanzitutto che questa norma venga soppressa e che la Regione esprima con forza il proprio dissenso”.“Un’altra misura contro cui ci opponiamo con forza – proseguono i dem – è la proposta di elevare al 4% il limite del rapporto frontalieri/residenti per l’accesso diretto dei comuni alle risorse delle compensazioni finanziarie. Dopo la levata di scudi dell’associazione dei comuni di frontiera, il centrodestra al governo ha proposto di riportare al 3% i comuni sotto i 15mila abitanti, trasformandola così in una norma, per così dire ‘ad personam’ contro il comune di Varese”.“La Regione deve intervenire – aggiungono – affinché il Governo e il Parlamento rispettino i patti assunti con i comuni di confine e le organizzazioni dei frontalieri. Inoltre, bisogna evitare di introdurre vincoli che limitino l’autonomia dei comuni nell’utilizzo delle risorse, costringendoli a destinarle a finalità predefinite e non legate alle reali esigenze locali. Il centrodestra parla tanto di autonomia differenziata, potrebbe intanto iniziare a non colpire la capacità decisionale dei comuni”.Infine, i consiglieri chiedono che nel bilancio regionale 2025-2027 vengano individuate risorse adeguate per garantire i servizi sanitari nelle aree di confine e affrontare le conseguenze socio-economiche delle crisi aziendali. “Tutto questo – concludono – senza gravare ulteriormente sui lavoratori frontalieri e senza introdurre vincoli penalizzanti per i comuni, mantenendo invece un dialogo aperto e trasparente con gli enti locali e le organizzazioni dei frontalieri”.
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