LA POLEMICA
Riunione forzista finisce in rissa
Direttivo sospeso, caos anche all’incontro di Busto Grande
Il direttivo di Forza Italia, indetto per valutare la situazione dopo il rimpasto di giunta, è finito in rissa. Per meglio dire, la riunione è stata sospesa prima che due dei protagonisti dell’universo berlusconiano venissero alle mani.
C’erano andati vicini, se a placcarli non fosse stato lo scatto dell’ex sindaco e neoassessore Gigi Farioli, pronto ad afferrare il segretario Carmine Gorrasi che stava per avventarsi sull’ex assessore (dimissionario o dimissionato) .
Animi azzurri bollenti
Tutto è scaturito al culmine di una discussione vivace, peraltro prevista, nella quale Gorrasi ha rivendicato il fatto che il partito avesse chiuso l’operazione in termini numericamente vantaggiosi (in particolare tre assessori, visto che a breve aderirà Miriam Arabini aggiungendosi a Farioli e ad Alessandro Chiesa, sei consiglieri, prevedendo l’ingresso di Roberto Ghidotti, senza dimenticare la titolarità di cinque partecipate) ma Riva e Franco Castiglioni su tutti hanno contestato i modi, l’estromissione dello stesso Riva dall’esecutivo, l’accordo non condiviso con i transfughi della Lista Antonelli e la perdita di alcune deleghe.
In particolare, quando è stata citata la cessione dei Lavori pubblici, si è accesa la miccia. Fra Gorrasi e Riva sono volate parole grosse, poi c’è stato il quasi contatto, nel quale a far le spese di mani che si muovevano minacciosamente è stata l’incolpevole (se non di provare a placare gli animi) Mariangela Buttiglieri.
A quel punto meglio finirla lì, sperando che si possa considerare chiuso senza strascichi l’episodio fra l’indomito alpino Riva e l’ex calciatore Gorrasi, autore del “fallo di reazione”.
Tumulti anche in Busto Grande
Ma il vivace scambio di “battute” in casa azzurra, non è stato il primo della settimana. Perché ieri, mercoledì 11 ottobre, si è venuto a sapere che la sera precedente anche nell’incontro di Busto Grande, chiamato a discutere se restare o no nella maggioranza dopo l’esclusione della giunta, sarebbero volati colpi proibiti.
Panni sporchi lavati in casa, anche se poi il comunicato successivo con l’annuncio dell’uscita dall’alleanza e attacchi sparsi a sindaco e partiti del centrodestra, ha provocato altri scossoni per un testo non pienamente concordato. Ieri si è fatto da parte il portavoce Massimiliano Nardi mentre il consigliere Matteo Tosi, pur condividendo la decisione di assumere un ruolo meno allineato nelle votazioni, ha preso le distanze sugli attacchi feroci, specie verso la Lista Antonelli .
Civici disciolti
A proposito della squadra nata a sostegno della candidatura di Antonelli, essa ormai si può dare per defunta. A breve, infatti, il segretario Francesco Iadonisi, l’assessore ai servizi sociali Arabini e il consigliere Ghidotti, confluiranno sotto il vessillo di Forza Italia. Resteranno così a tenere accesa formalmente la lampadina Paolo Genoni in assise (lui però è espressione della componente ciellina di Raffaele Cattaneo) e Paola Magugliani in giunta, a questo punto assessore di fiducia ma senza più riferimenti di segreteria.
Aspettando la Lega
In tutto questo caos, le ultime ore sono state tranquille in casa Lega Nord. Ma è solo un’illusione. Lì la sezione è ormai spostata (anche numericamente) sul fronte reguzzoniano, stasera il commissario Marco Pinti riunirà il gruppo e certo si sentirà dire che la nomina di Manuela Maffioli non è stata gradita. Ma l’elemento da trattare sarà un altro, ovvero la richiesta di indire il congresso subito dopo il Referendum, per scegliere un segretario nuovo, stavolta con la quasi certezza che Paola Reguzzoni abbia i numeri per scegliere il candidato e vincere. Inutile recriminare sul rimpasto, insomma, perché una volta ripresa in mano la sezione potrà ripartire il pressing contro Antonelli. Con nuove turbolenze in una maggioranza che - almeno in città - è più frantumata e rissosa che mai.
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