PEDALANDO NEL FUTURO
«Safety car nel ciclismo»: l’idea dopo il “caso” Tre Valli
Renzo Oldani e la proposta che avrebbe salvato l’ultima edizione della gara varesina
Una delle immagini che hanno fatto riflettere nel mondo del ciclismo nella stagione che si è appena conclusa è la sospensione, decretata dai corridori, della Tre Valli Varesine. Il tema è stato al centro della recente riunione dell’Associazione Internazionale Organizzatori Corse Ciclistiche che ha visto la partecipazione del presidente della Società Ciclistica Alfredo Binda, Renzo Oldani, in qualità di componente del consiglio direttivo dell’associazione che raggruppa gli organizzatori dei più grandi eventi mondiali.
LA PROPOSTA
«Questa associazione ha preso in considerazione alcune proposte da inviare all’Unione Ciclistica Internazionale partendo da quello che è successo nell’ultima Tre Valli Varesine - racconta Oldani - in primo luogo è stato sottolineato il fatto che non debbano essere i corridori ad agire autonomamente, come è successo lo scorso mese di ottobre a Varese. Per la nostra corsa è stato un grave danno nonostante siano stati rispettati tutti i parametri della sicurezza in gara in quanto per noi, così come in tutte le manifestazioni ciclistiche, la priorità assoluta è la sicurezza dei partecipanti. È anche per questo che riteniamo che gli organizzatori vadano tutelati. Non è possibile che una corsa venga interrotta in quel modo, bisogna trovare una soluzione. Quello che è successo a Varese non deve ripetersi». Ed ecco dunque la proposta che nasce da Varese: «Così come avviene in altre manifestazioni sportive si potrebbe adottare la “safety car”, ovvero far procedere il gruppo ad andatura controllata in attesa del miglioramento delle condizioni climatiche o in un tratto di strada particolarmente impervio per via di una situazione particolare, come ad esempio un ostacolo sulla carreggiata. È stato preso in considerazione anche il costante aumento della velocità in gara dei corridori, dovuto alla continua evoluzione dei mezzi meccanici. Si raggiungono punte di velocità molto elevate nei tratti in discesa con il conseguente aumento del rischio e diventa difficoltoso anche seguire la gara con i mezzi di servizio. Si potrebbero inserire dei limiti di velocità in certi tratti, con la conseguente sanzione se non dovessero essere rispettati».
NUOVI ELEMENTI DI SICUREZZA
Il presidente biancorosso continua: «Bisognerebbe poi dotare i corridori di nuovi elementi di sicurezza. Mi ricordo quando venne reso obbligatorio il casco protettivo nel professionismo, non tutti lo accolsero con entusiasmo, oggi è di vitale importanza. Potrebbero essere introdotte protezioni nell’abbigliamento, in alcune parti del corpo, per garantire un impatto minore in caso di caduta».
IL FATTORE SOLDI
Ultimo aspetto “pepato”: alcuni corridori che hanno fermato la Tre Valli per la pioggia lo scorso 24 novembre hanno gareggiato a Montecarlo con freddo e pioggia battente in un circuito: «Questo è un discorso economico. Sappiamo il perché quella kermesse ha visto in gara tanti campioni che erano presenti a Varese. Io sono per la valorizzazione e la tutela degli eventi storici, quelle manifestazioni, soprattutto europee, che da oltre un secolo sono il ciclismo e garantiscono la continuità di questo sport. Non bisognerebbe prendere in considerazione solo il lato economico, ma pensare che il ciclismo va si promosso in tutto il mondo, ma sviluppato e tenuto in considerazione nelle località storiche».
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